La comunità in festa: "Una scelta azzeccata come fu per Piovanelli. E ora lo aspettiamo qui"

Il preposto di Empoli: "Una bellissima notizia per tutto il territorio. Un prete fiorentino? Indica la difficoltà che c’è stata nel fare il contrario. Lo invitiamo in Collegiata alla Festa del Crocifisso di settembre". .

La comunità in festa: "Una scelta azzeccata come fu per Piovanelli. E ora lo aspettiamo qui"

La comunità in festa: "Una scelta azzeccata come fu per Piovanelli. E ora lo aspettiamo qui"

Firenze attendeva il nuovo arcivescovo e l’annuncio è arrivato puntuale poco dopo le 12 di ieri: il nome è quello di don Gherardo Gambelli, cresciuto a Castelfiorentino, dove vive tuttora la famiglia, notissima sul territorio e impegnata da tanti anni nel sociale e nel volontariato. Commentiamo il fatto con don Guido Engels, da 50 anni a servizio della Chiesa e proposto di Empoli dal 2009.

Don Guido, questa è una nomina di cui si fregia il territorio...

"Sicuramente. A Castelfiorentino don Gambelli è di casa, lo conoscono tutti. Io non ho ancora avuto il piacere, la missione lo ha portato per lungo tempo in Ciad, credo di averlo incrociato alle riunioni diocesane quando è potuto essere presente. Ma è una notizia positiva per tutto il territorio, oggi in festa".

Dopo Betori, la Chiesa fiorentina riparte da un parroco fiorentino…

"Già. Un parroco di casa mancava dall’83, anno della nomina ad arcivescovo di monsignor Silvano Piovanelli, che ha avuto per l’appunto una lunga e bella parentesi pastorale a Castelfiorentino dove è stato proposto. C’è una considerazione da fare. Il fatto di aver scelto un prete fiorentino indica la difficoltà che c’è stata nel fare il contrario. Normalmente non viene scelto un prete diocesano per ricoprire il ruolo di arcivescovo, probabilmente ci sono state resistenze nell’accettare un compito così complesso. Non è mica semplice fare l’arcivescovo oggi. E’ stata scelta comunque una persona valida, che ha tutte le carte in regola per essere un buon pastore".

Perché parla di difficoltà? Che sfide attendono l’arcivescovo?

"Lo si vedrà nel tempo. Firenze è una città, non un paese, ed è sempre stata piuttosto irrequieta, lo dice la sua storia. Un’irrequietezza che è anche il suo pregio, caratteristica per la quale sono emersi geni e grandi artisti anche dal punto di vista religioso. Intendo una certa difficoltà nel condurre una realtà creativa complessa. Firenze è un punto di riferimento come diocesi e avrà sicuramente più occhi puntati addosso rispetto a una diocesi minore. Auguro a don Gambelli di saper gestire bene questo compito puntando sull’Annuncio del Vangelo e sul bene della popolazione".

E poi cosa gli augura?

"Piovanelli venendo dalla nostra diocesi ha dimostrato quanto sia stata felice come scelta. Mi auguro si ripeta lo stesso con don Gherardo Gambelli".

Ha un messaggio da consegnargli?

"Visto che non ci siamo ancora conosciuti, ne approfitto per un primo invito qui a Empoli. Lo ospiteremo volentieri in Collegiata alla Festa del Crocifisso il prossimo 14 settembre (la cerimonia religiosa, nel 2020 è stata presieduta dal Cardinale Giuseppe Betori, ndr). Lo aspettiamo a braccia aperte".

Y.C.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro