
La colonica strappata al degrado Basta un solo Lumen per far luce
di Carlo Casini
Era la vecchia colonica della famiglia Bracci, poi diventata di proprietà pubblica. Fino alla metà degli anni ’90 ospitò il Sert, centro per aiutare i tossicodipendenti a smettere con la droga. Poi il Sert fu trasferito e l’edificio rimase vuoto. Cominciarono anni di abbandono e degrado. Per paradosso, il luogo assurse alla funzione contraria a quella nobile di servizio per il recupero dalle tossicodipendenze: era diventato una terra di nessuno, dove le occupazioni abusive andavano a braccetto con consumo e spaccio di stupefacenti. Un buco nero che faceva paura ai residenti nel bel mezzo di Coverciano, tra via del Guarlone e via della Chimera, davanti alla Stazione di Rovezzano, da dove dilagava l’illegalità e relativo senso di insicurezza per i residenti, che già non dormivano sonni tranquilli per quel torrentello che aveva la brutta abitudine di minacciare esondazioni. Insieme alla pandemia però sono arrivate anche buone notizie. Contro ogni italico costume, in due anni si è realizzato la gigantesca opera di sicurezza idraulica che è diventata il secondo parco urbano più grande della città (vedi articolo sotto). Poi l’annuncio che oltre ai binari del treno, la zona sarà servita anche dai quelli della tramvia. E infine, nel 2021, alla sede del Quartiere 2 ha bussato alla porta anche un’associazione dall’evocativo nome: "Icche’ ci vah, ci vole", con l’utopistica idea di ridare nuovi fasti a quella casa colonica.
"Era disastrata, copertoni, siringhe, rottami...", ricorda Antonio Bagni, presidente . Ma non si fanno scoraggiare: "Anche grazie all’impulso del presidente Pierguidi, abbiamo ottenuto la concessione gratuita dello stabile e dell’area verde di pertinenza, in cambio della manutenzione ordinaria e straordinaria – Alessandro Bezzi, segretario –. I lavori sono tanti e continui: allacci, ristrutturazioni, messe a norma... al momento l’accordo è fino a luglio 2024, ma è propedeutico a uno trentennale che potremo valutare dopo la firma del nuovo Piano operativo. È un accordo inedito che fa perno sull’articolo 20 del regolamento sul patrimonio pubblico non abitativo che speriamo diventi un modello per altri: confrontandoci con gli uffici insieme al presidente Pierguidi e all’assessore Guccione abbiamo trovato molta disponibilità".
Nasce così lo spazio Lumen (acronimo di Laboratorio urbano Mensola). "L’associazione di promozione sociale è impegnata dal 2010 nell’organizzazione di festival ed eventi temporanei, in primis il festival Copula mundi che si svolgeva alle Cascine e a Villa Favard – spiega Bezzi –. Il festival richiedeva un impegno logistico e organizzativo di mesi, a fronte di un evento di due o tre giorni: per quanto bello e stimolante non lasciava un impatto sul territorio".
"Il nostro obiettivo è fare un polo culturale aperto tutto il giorno e tutti i giorni dell’anno. Vogliamo incidere sulle comunità di Coverciano e Rovezzano proponendo attività per tutti, ma finché non mettiamo l’edificio interamente a norma, facciamo il 90% delle iniziative d’estate all’aperto. Da giovedì abbiamo aperto la stagione estiva con un’intensa programmazione fino al 6 agosto di concerti, teatro, centri estivi, laboratori per bambini e adulti e tanto altro. Durante l’inverno organizziamo laboratori di potatura, corsi dell’Università di Firenze, attività dell’Agenzia promozione giovani".
"Non è uno spazio commerciale – sottolinea il segretario – i tre responsabili non sono retribuiti, abbiamo altri impieghi, ma coloro che prestano il lavoro come opera costante vengono giustamente pagati, il volontariato è bello, ma vogliamo dare dignità al lavoro".