FIRENZE
Cronaca

La classe senza voti che fa scuola: "I numeri? Avvelenano i ragazzi"

L’idea del dirigente del Marco Polo prende forma: su 160 professori, il 20 per cento ha accettato. Il preside Arte: "Sul registro elettronico sarà riportata una valutazione descrittiva per ogni studente".

di Elettra Gullè

Sempre in prima fila quando si parla di innovazione tra i banchi. Il Marco Polo, istituto tecnico per il turismo e liceo linguistico, da quest’anno scolastico ha abolito il quadrimestre. E ha dato il via anche a una classe senza voti. "Insieme ad altre scuole italiane abbiamo aperto una riflessione sul tema della valutazione" la premessa del dirigente, Ludovico Arte. "Per questo anno scolastico abbiamo avviato tre tipi di interventi: abolizione della suddivisione in due dell’anno, una prima classe del liceo linguistico in cui, invece dei voti, i docenti esprimono i giudizi, libertà per tutti i docenti della scuola di mantenere i voti numerici oppure di passare al giudizio descrittivo". Su 160 professori, il 20% ha scelto per il giudizio.

Da cosa nasce il bisogno di abolire il quadrimestre?

"In questo modo si lavora avendo di fronte a noi un periodo più lungo. Con la divisione dell’anno in due, specialmente a gennaio c’era molta tensione, con tutti i docenti a rincorrere i voti e con l’affollamento di compiti e interrogazioni. Abbiamo deciso di ‘rasserenarci’. Certo, entro la fine dell’anno bisogna avere un congruo numero di valutazioni. Ma ci pare un’idea migliore quella di evitare lo stress da fine quadrimestre. Non solo: alcuni prof lamentavano uno scarso impegno dei ragazzi nel primo quadrimestre. Invece, così facendo anche i voti di ottobre e di novembre avranno un peso importante".

Alcuni genitori potrebbero temere di avere più difficoltà a capire l’andamento dei figli.

"No, perché a gennaio-febbraio faremo un consiglio di classe e daremo le informazioni alle famiglie".

Riguardo alla classe senza voti?

"Si tratta di una prima del liceo linguistico, dove i docenti hanno trovato perfetta sintonia in questo. Seguiamo l’esperienza di altri istituti, in primis un liceo di Roma, dove la novità ha dato risultati molto buoni. Si tratta di favorire la collaborazione tra alunni e docenti, di far studiare i ragazzi con meno pressione e di puntare sulla cooperazione. Non a caso, i banchi sono stati sistemati ad isola".

Perché meglio superare il voto numerico?

"Vogliamo andare verso una valutazione meno basata sui numeri. È vero che sono sintetici e di facile comprensione, ma non sempre di fronte ad un 4 si capisce quello che davvero si è sbagliato e dove bisogna migliorare. La mia impressione è che i numeri stiano avvelenando la scuola. L’insegnante guarda ai voti, le famiglie idem. Tutti si concentrano su un obiettivo, spesso il minimo: 6. Nessuno però che si chieda se il ragazzo sta bene, se sta imparando, se il processo di apprendimento funziona. Forse, togliendo i numeri resta la sostanza".

Come funziona in pratica?

"Invece del numero, il ragazzo e il genitore sul registro elettronico vedono la valutazione descrittiva che, certo, per i docenti è più faticosa. Il voto appare alla fine, nella pagella finale".