PIER FRANCESCO NESTI
Cronaca

La Chiesa e il lavoro da tutelare. I preti operai e lo sguardo oltre

Fra vescovi e sindacati, presentato il documento che fornisce una profonda visione sociale

La Chiesa e il lavoro da tutelare. I preti operai e lo sguardo oltre

La Chiesa e il lavoro da tutelare. I preti operai e lo sguardo oltre

Essere un prete operaio è anche il frutto di una sensibilità e un modo di essere Chiesa con tematiche distintive nel panorama ecclesiale. In una terra, come quella della provincia di Firenze, che di preti operai ne ha conosciuti non pochi. Ecco perché la presentazione alle Piagge del documento ‘Preti operai. Il nostro sguardo’, redatto da Alessandro Santoro (Firenze), Roberto Fiorini (Mantova) e Luigi Sonnenfeld (Viareggio), tre preti che questa dimensione l’hanno vissuta davvero, assume una valenza particolare. Alla presenza, fra gli altri, di Giovanni Nerbini, vescovo di Prato, Rossano Rossi, segretario Cgil Toscana, e don Giovanni Momigli, direttore della pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Firenze. Un documento realizzato in collaborazione con Cgil Toscana e Acli Milano in vista del Sinodo di ottobre illustrato in un incontro che aveva come tema ’Nella crisi in atto: Chiesa e mondo del lavoro’.

"Ad aprile – spiegano - abbiamo consegnato a don Bruno Bignami, responsabile dell’ufficio per i problemi sociali e il lavoro della CEI, ‘Il nostro sguardo’, lo sguardo di noi preti operai e di cui vorremmo che il Sinodo tenesse conto". Uno sguardo che riassume un percorso di riflessione e collaborazione con organismi rappresentativi del mondo del lavoro.

Non a caso, il documento si compone di tre parti: preti operai come interpretazione-declinazione permanente del ministero degli ultimi nella Chiesa; note sul ministero ordinato a partire dalla nostra vita di preti al lavoro; ‘Memento’ – ricordati: sul lavoro sfruttato, povero, sulle morti con dati e documentazioni allegate.

"Il contributo dei preti operai – ha detto don Momigli - è utile e opportuno. Per non perdere la memoria di esperienze nate in un contesto ecclesiale e sociale assai diverso dall’attuale. Ma anche perché richiama la necessità della dimensione comunitaria e di un coinvolgimento nelle concrete questioni della vita collettiva, in un momento in cui c’è bisogno di invertire la tendenza individualistica presente anche nella Chiesa".

"Viviamo un’epoca difficile e complicata, - ha aggiunto il segretario Rossi -, caratterizzata da guerre, crisi ambientale, sfruttamento, precarietà, insufficiente sicurezza sul lavoro: è il momento in cui gli uomini di buona volontà devono superare gli steccati e fare quadrato insieme, per dare alle future generazioni un mondo migliore, socialmente e ambientalmente sostenibile".

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