FRANCESCO
Cronaca

La casa e le cose nella lettura di Acocella

Gurrieri Un viaggio fra il visibile e l’invisibile quello di Alfonso Acocella, formatosi nel nostro Ateneo, poi migrato a Roma...

GurrieriUn viaggio fra il visibile e l’invisibile quello di Alfonso Acocella, formatosi nel nostro Ateneo, poi migrato a Roma e professore ordinario di Design a Ferrara. A Firenze da almeno tre decenni e ritrovatosi solo per la prematura scomparsa della sua compagna, l’autore di questo singolarissimo libro – “La casa e le cose” – ripercorre con acribia stanze, spazi, mobili, oggetti – le memorie di casa – della sua dimora: un’architettura eclettica dei primi anni del secolo scorso non lontano dal viale Mazzini. Primo e immediato riferimento che viene in mente è, ovviamente, “Voyage autour de ma chambre” del de Maistre (1794) e fors’anche ”Histoire d’une maison” di Viollet-le-Duc (1873); ma qui ne “La casa e le cose” l’approccio è diverso perché costruito sulla memoria e sugli affetti che le cose conservano. Così inizia lo scrutinio severo di ogni elemento della topografia spaziale della casa: a partire dal vestibolo, la sala delle colonne, lo studiolo, le infinite librerie. E la descrizione, tradita dall’amore per la cosa descritta, si scioglie in narrazione insistita e raffinata da divenire letteratura. E in questo senso, questo libro è un racconto della “casa e delle cose”. Qualcosa che sa di proustiano e della prosa esasperatamente descrittiva dei romanzi di Bonsanti. Per dar conto dell’empatia della narrazione basta la descrizione della differenza fra la poltrona e la sedia del tavolo di lavoro nello stesso studiolo: "Passando dalla poltrona e dal mondo astratto della lettura alla sedia della scrivania ci si trova rimbalzati dalle superfici inclinate di carta stampata sospese fra le mani – che richiedono fissazioni visive, concentrazione e ricezione mentale – in un altro mondo che esige un’azione febbrile. La postazione di lavoro, formata da sedia e scrittoio, comporta una mutazione di stato e di attività: l’assunzione di una diversa postura segna il passaggio dall’atto della lettura a quello della scrittura".