REDAZIONE FIRENZE

La carica dei mille per Montanari: "Mai con fascisti e sauditi. Firenze può essere riparata"

Lo storico dell’arte, dal Puccini, lancia il movimento “11 Agosto“: "Non mi candiderò da sindaco". Nel suo discorso parla di sicurezza, di "Firenze prostituta", di aeroporto. E attacca Nardella e Renzi. .

La carica dei mille per Montanari: "Mai con fascisti e sauditi. Firenze può essere riparata"

di Antonio Passanese

A oggi non sa con chi si alleerà, ma sicuramente sa con chi non lo farà. "Mai con i fascisti e con i sauditi". Tomaso Montanari, alla prima del suo movimento “11 Agosto“ ne ha per tutti, ad iniziare da Matteo Renzi. E dalla platea del teatro Puccini, oltre alle risate, parte una standig ovation. Ad ascoltare lo storico dell’arte sono in mille, o forse di più. Tanto da far registrare il tutto esaurito. “Accarezzati“ dal rettore dell’Università per Stranieri una volta presa la parola dal palco: "C’era una volta Firenze – l’incipit del suo discorso – È una frase amara, che un mio amico scultore con la bottega in San Frediano, ha scritto su una sua opera in bronzo. Ma, a vedervi tutte e tutti insieme qui, oggi, mi viene da pensare che no: Firenze c’è ancora".

Una Firenze da “riparare” e da ricucire, così come fanno i ponti. Quello che campeggia nel logo dell’associazione, il ‘Sol dell’avvenire’ su ponte Santa Trinita distrutto dai nazifascisti. E quello che campeggia sul palco: ‘il modellino’ rosso dell’Indiano, ovvero del "ponte che cuce le due Firenze: quella della città e quella della sua enorme periferia, la città di chi ce la fa e quella di chi deve andare via. La città vetrina e la città metropolitana in cui sono scaricati tutti i problemi. La città di chi ha voce, e la città invisibile". La città del "basta, basta, basta, di padre Bernardo. Lo scrisse- ricorda- commentando un mio post sull’American Express che proiettava il suo logo sul portico degli Innocenti. E in cui dicevo, ‘povera Firenze umiliata e prostituita’". Ecco, "sembra che non si possa dire che Firenze è andata a puttane. Scusate l’espressione, ma è così", molla il colpo.

In prima fila c’è tutto lo stato maggiore di “11 Agosto“ – dal costituzionalista Beniamino Deidda a don Santoro, da Tommaso Fattori a Sandra Gesualdi e Daniele Calosi. Ma anche l’attrice Daniela Morozzi a cui tocca il compito di presentare la serata –, don Andrea Bigalli ("ma sono qui da privato cittadino"), alcuni esponenti di Sinistra Progetto Comune, i rappresentanti del Movimento 5 Stelle (anche con il parlamentare e coordinatore regionale Andrea Quartini), qualche volto del Pd e i tre consiglieri di Firenze democratica (detti anche “delreiani“), Massimiliano Piccioli, Leonardo Calistri e Stefano Di Puccio.

Ma non passa inosservata l’assenza di Cecilia Del Re. "Non volevo che l’attenzione fosse catalizzata dal tema alleanze". Inoltre, spiega all’Agenzia Dire, "è importante dare spazio a cosa si dice sul palco e non a chi è in platea".Nel suo lungo discorso – 15 pagine lette in poco meno di un’ora intervellate da lunghi applausi – Montanari ne ha per tutti ma in particolare con Dario Nardella rispetto alla questione ambientale, quella legata a gestione rifiuti, dispersione dell’acqua potabile: "L’unica risposta dell’amministrazione sembra essere la creazione di una multiutility quotata in borsa e aperta alla speculazione privata: l’acqua pubblica si disperde, ma il flusso del denaro sembra scorrere sicuro, indisturbato".

E sull’aeroporto, altro monolite del dibattito politico cittadino? La soluzione "la sappiamo: arrivare a Pisa con un treno che ci potrebbe impiegare meno che per andare da Londra a Heatrow, o da Parigi a Charles De Gaulle. E, certo, l’aeroporto di Pisa dovrebbe crescere: e potrebbe farlo mangiando spazio a quello militare, lì accanto". E così, mentre immagina una città "in cui ai ragazzi non sia proibito di sedere sulle scale delle chiese", lo storico dell’arta lancia un’altra suggestione. Stavolta urbanistica: "La Regione vuole vendere il San Giovanni di Dio, con il risultato ovvio che diventerebbe un condominio di lusso per ricchi internazionali, modello Venezia". Invece “io ci farei un grande centro di sperimentazione artistica, sul modello del Matadero di Madrid. E, dentro, un grande centro di arteterapia, pensato innanzitutto per le persone con autismo".

Il rettore, inoltre, fuga ogni dubbio sulla sua candidatura a sindaco: "Continuerò a portare avanti il mio ruolo, a Siena, ma se ve ne fosse bisogno potrei candidarmi da capolista". Infine la sicurezza: "Firenze è la città sopra i 200mila abitanti che investe di più in ordine pubblico e sicurezza: 142,57 euro a cittadino. Ma è una sicurezza fatta di una rete di telecamere e di porte blindate: una sicurezza da ‘sorvegliare e punire’. E non funziona, come vediamo". Per quanto riguarda il turismo, Montanari sottolinea che nel capoluogo vale circa il 10% dell’economia "ma comanda sul 100% delle nostre vite". E sulla moschea? "Renzi disse che un minareto avrebbe rovinato lo skyline della città vetrina. Certo, in Arabia Saudita il problema non c’è, ecco perché gli piace tanto.A Firenze c’è posto solo per il Dio denaro e non per il Dio di Abramo e Maometto".