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La Cappella di Panzano, gioiello da salvare

Santa Maria delle Grazie fu eretta come ex voto dopo la peste del 1630. Ora è nell’elenco del Fai: un clic per ottenere fondi per il restauro

Un clic per regalare a una piccola cappella di campagna l’etichetta di "Luogo del Cuore" del Fai. Piccola, ma con un significato speciale e un brivido di grande attualità: fu costruita nel 1855 come ex-voto per la fine di un’epidemia, la Cappella di Santa Maria delle Grazie, a poche centinaia di metri dal Castello di Panzano in Chianti lungo la strada che attraverso splendide vigne porta verso Montefioralle, la Badia a Passignano o il castello del Palagio in direzione di Mercatale e della Val di Pesa. A metà Ottocento fu un’epidemia di colera. Ma quasi certamente la cappella come la vediamo oggi sorse sui resti di un precedente oratorio, probabilmente ancora alla fine di un’epidemia, la terribile peste del 1630: gli indizi ci sono tutti, non a caso la cappella è intitolata a Santa Maria delle Grazie, e ospitava un’immagine della Madonna ritenuta miracolosa e rubata una sessantina di anni fa. Ma è nota anche come cappella della Croce, perché il primo edificio era punto di partenza di una Via Crucis, poi andata persa, verso il Monte alle Croci. Processioni: la pratica di fede popolare più antica e più tradizionale nelle campagne, a invocare salvezza o ringraziare per scampati pericoli. Panzano è legatissimo alla sua piccola, antica cappella. Oggi malmessa, c’è un progetto approvato dalla Soprintendenza per il restauro dell’edificio a navata unica con abside semicircolare, e dal grazioso aspetto neoclassico che testimonia magari anche la mano generosa di famiglie ricche, sempre presenti nella zona dai tempi delle lotte tra Firidolfi e Gherardini (la villa di Vignamaggio, forse casa della Monna Lisa, è su una collina di fronte a un tiro di archibugio). Ma a Panzano hanno pensato oltre: il Fai, i Luoghi del Cuore, la classifica che in 10 censimenti e 18 anni di progetti ha visto crescere da 24mila a 2 milioni e 200mila i clic sul sito del Fondo per sostenere 119 progetti in 19 regioni: e la cronaca la Toscana ha già vinto di recente con la Certosa di Calci e il Monte Pisano, grazie all’impegno di un comitato locale. Proprio quello che è in pieno fermento anche a Panzano, e ha messo insieme diverse anime: il parroco don Alessandro Andreini, i produttori di Chianti Classico dell’Unione Viticoltori, e naturalmente il primo ambasciatore di Panzano nel mondo, il macellaio poeta Dario Cecchini.

Oltre al popolo, certo, che ricorda la graziosa immagine seicentesca della Madonna delle Grazie con Bambino, Maestà leggiadra con i personaggi incoronati su un trono di nuvole in un bel cielo terso. Il popolo che ha memoria dei matrimoni, per i quali la gente di campagna preferiva la Cappella delle Grazie, ritenuta di migliore auspicio per le unioni rispetto alla propositura paesana, ma anche delle raccolte Processioni del "Gesù Morto" in occasione del Venerdì Santo. E ora la ritrova alleata nella speranza contro la pandemia. Basterà un clic, sul sito Fai o iluoghidelcuore.it Ce ne vorranno molti e i concorrenti sono agguerriti, in palio soldi, premi, spinte ai finanziamenti per i restauri. Ma c’è tempo fino a dicembre: e quando il dopo-virus lo consentirà, una passeggiata sui colli di Panzano, tra un bicchiere e due risate dal Cecchini, sarà anche una bella occasione per andare a vedere.

Paolo Pellegrini