Amava definirsi "un poeta muto, un pittore cieco, un musicista sordo".
Jannis Kounellis, artista greco naturalizzato italiano scomparso nel 2017, è uno dei protagonisti dell’"Arte Povera", che ci ha regalato un universo di sogni e di incubi, di immagini archetipe e di altre misteriose, allegorie fantastiche e visioni di grande modernità. Come germogliassero i suoi pensieri e cosa ci fosse all’origine delle sue opere, lo svelano i tanti suoi disegni, siano essi solo schizzi oppure elaborati schemi, veri e propri progetti.
Ed è questo che racconta la mostra che si apre domani al Museo Novecento dal titolo "La stanza vede. Disegni 1973-1990", dedicata ai disegni di Jannis Kounellis, con la direzione artistica di Sergio Risaliti e a cura di Dieter Schwarz, fino al 9 giugno, in collaborazione con Spirale Arte.
In esposizione più di un centinaio di fogli, per lo più a china, matita, carboncino, degli anni Settanta e Ottanta, presentati integralmente per la prima volta nel 1990 a cura di Rudi Fuchs al Gemeentemuseum Den Haag dell’Aia. Fu quella l’occasione per verificare un diverso aspetto della poetica di Kounellis e della sua indubbia qualità di grande maestro del disegno, secondo le inclinazioni più ricorrenti degli artisti moderni dal Quattrocento in poi.
"Alcuni disegni rappresentano la prima intuizione di installazioni potenti e monumentali - spiega Sergio Risaliti – , altri sono fulminei schizzi di opere iconiche che hanno segnato l’arte contemporanea. A volte si tratta di minute annotazioni, eseguite come risvegliandosi da un sogno. Ecco una macchina da cucire, una nuvola di fumo che può trasformarsi in un volto femminile. Oppure una locomotiva che sferraglia veloce, sbuffa dal camino e materializza un corpo di donna. Guardiamo con calma questi disegni dominati dal nero, che è il colore dell’inchiostro e del carbone, del fumo e della notte, della malinconia e dell’irrazionale, del tragico mondo di Amleto e dei corvi di van Gogh, così come del mare nero cantato dal poeta simbolista Arthur Rimbaud". La vicesindaca e assessora alla cultura Alessia Bettini ha aggiunto che "la mostra di Kounellis offre un’occasione unica per immergersi nella visione creativa di un’icona dell’Arte Povera, ripercorrendo il suo lungo legame con la nostra città".