OLGA MUGNAINI
Cronaca

Jeff Koons: "La mia arte è sesso puro"

Più di 15mila visitatori nei primi dieci giorni per la mostra a Palazzo Strozzi ’Shine’, con le opere più iconiche dell’artista statunitense

Firenze, 15 ottobre 2021 -  Più di 15mila visitatori nei primi 10 giorni. La mostra a Palazzo Strozzi dedicata a Jeff Koons, dal titolo “Shine“, viaggia già verso numeri da record. Del resto, è uno degli artisti più pagati al mondo, col paradosso che la sua arte, da oltre quarant’anni, cerca di andare al di là delle cose materiali, di smascherare l’ipocrisia, puntando il dito sugli imbrogli del sembrare. A Firenze, fino al 30 gennaio, l’artista statunitense espose, a cura di Arturo Galansino e Joachim Pizzarro, più di trenta opere, in una carrellata di oggetti iconici che ripercorrono, dagli anni Sessanta ad oggi, il racconto di miti e contromiti del vivere contemporaneo. A Palazzo Strozzi, In mezzo alle sue ’aragoste’ e ai suoi balloon ci sono anche opere con dipinti di Tiziano e di Rubens. Cos’è per lei il passato? "Per me collegare il presente al passato significa continuare a legare le persone alla memoria biologica. È diverso dall’istinto, ma simile: portiamo le informazioni con noi in un modo molto profondo, e questa forza di connessione è narrativa potente". Il titolo della mostra è “shine“, lucentezza, che gioca sull’ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire. "Sì, vorrei porre lo spettatore davanti a uno specchio in cui riflettersi, collocandolo al centro dell’ambiente che lo circonda. Io credo che il lavoro dell’artista consista in un gesto, con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte. Penso che quando esci dalla sala, ne esca anche l’arte. L’arte riguarda le tue possibilità come essere umano, la tua eccitazione, ciò che puoi diventare". Lei accoglie il pubblico nel cortile rinascimentale di Palazzo Strozzi con il suo immenso Balloon Monkey (Blue), alto 6 metri e pesante 5 tonnellate. Cos’è tutto questo splendore? "Per me l’acciaio inossidabile è il materiale del proletario, è ciò di cui sono fatte le pentole e le padelle...questi oggetti non ambiscono a essere in un materiale davvero lussuoso. Le opere comunicano potere ed evitano il degrado. Si può aggiungere che una superficie riflettente richiede luce e, in biologia, un fiore ha bisogno della luce del sole e la vita ha bisogno dell’energia del sole. Siamo attratti da quell’energia e abbiamo una reazione fisica del trasporto verso la luce. A un livello così elementare, la nostra biologia si basa su questo: chimicamente, abbiamo bisogno di luce". Passiamo alle sue opere-gonfiabili. "I giochi per piscina sono gonfiabili, proprio come le persone. I gonfiabili sono metafore della vita che prosegue". Tr a le sue creazioni più celebri c’è ’Rabbit’, il coniglio in acciaio inossidabile con una carota in mano. Qui qual è la metafora? "Con Rabbit ho voluto realizzare un’opera che fosse visivamente intossicante e generosa. Guardate Rabbit. Ha una carota in bocca. Che cos’è? È uno che si masturba? È un politico che fa un proclama? È il coniglietto di Playboy? ... Sono tutti loro. Penso che funzioni perché ha un materiale lucido molto seducente e lo spettatore lo guarda e si sente sicuro, a livello economico. È molto simile alle foglie d’oro e d’argento nelle chiese durante il periodo Barocco e Rococò. La mia arte ha sempre usato il sesso come canale comunicativo diretto con lo spettatore. La superficie dei miei pezzi in acciaio inossidabile è puro sesso, e conferisce a un oggetto un aspetto sia maschile sia femminile: il peso dell’acciaio si lega alla femminilità della superficie riflettente".