
Abbiamo saputo che avremmo dovuto scrivere a redazioni unite (III B e II C) un nuovo articolo per “Cronisti in Classe” mentre eravamo, e lo siamo ancora, in DaD. All’inizio ci siamo un po’ preoccupati, ma questa è stata una bella sfida a distanza e anche un’occasione per riflettere su questa nuova modalità di apprendimento. La pandemia è stata per tutti noi, studenti, professori, adulti la possibilità di scoprire nuovi mezzi di comunicazione e di studio come Meet, Zoom, Webinar. Nella nostra scuola alcune di queste modalità venivano già utilizzate prima del confinamento, quindi lo scorso anno, quando é cominciata la DaD, non ci siamo trovati impreparati e abbiamo continuato ad utilizzare alcuni di questi mezzi anche quando siamo rientrati in presenza. Nonostante la difficoltà di muoversi ed incontrarsi, o di organizzare incontri a scuola, con l’utilizzo di queste piattaforme abbiamo potuto collegarci con varie realtà, come Libera contro le mafie, la Polizia Postale e soprattutto ManiTese, per la scrittura del nostro primo articolo. Tutti questi incontri ci hanno arricchito e ci hanno permesso di conoscere cose nuove che spesso non troviamo nei libri scolastici, aprendoci criticamente e consapevolmente a realtà con le quali non sempre veniamo in contatto. Il nostro incontro con ManiTese, per esempio è accaduto dopo che eravamo venuti a conoscenza del sito “prezzi dell’altro Mondo”, tramite il quale l’associazione proponeva la sua campagna contro la Fast Fashion. Dopo aver lavorato su questo tema in classe, abbiamo voluto incontrare i volontari ManiTese, tramite la piattaforma di videoconferenze Meet, per capire meglio i loro tanti progetti sociali ed educativi. L’idea che guida questa Ong è stupenda: aiutare in maniera attiva le persone che hanno bisogno, insegnando come fare a cambiare le loro condizioni di vita. Senza questa piattaforma, visto il momento che stiamo vivendo, non sarebbe stato possibile fare questo incontro e nonostante le tante difficoltà siamo riuscirti ad incontrare due volontari:Samuele e Susanna. Un’altra cosa spaziale è che, durante la pandemia, il loro lavoro non si è fermato ma piuttosto modificato, raggiungendo anche persone che in momenti normali non sarebbero state in difficoltà. L’intervista é stata importante per noi e anche se tramite schermi abbiamo imparato tante cose e scritto un buon articolo. Di Samuele e Susanna ci ha colpito molto il loro impegno di ogni giorno e la passione nel dialogare con noi. Sono stati disponibili e hanno risposto a tutte le nostre domande suscitandone di nuove. Ci hanno fatto scoprire che impegnarsi per una causa è bello e che potremmo farlo anche noi nel nostro piccolo. Ci ha davvero stupito come due ragazzi così giovani si siano già impegnati tanto per risolvere problemi a livello mondiali e che dobbiamo prendere esempio da loro. Possiamo dire che questo incontro ci ha aperto “una finestra sul mondo”. Ci riteniamo ragazzi fortunati perché in questo periodo così difficile abbiamo avuto comunque la possibilità di continuare le lezioni anche se a distanza. Abbiamo continuato ad apprendere tante cose nuove in modo diverso e con la consapevolezza che in altri paesi, e a volte anche nelle nostre stesse città, non è stato possibile a causa della povertà e dell’impossibilità di avere libero accesso alla rete. Questa realtà problematica della povertà educativa e del digital devide, che riguarda tanti ragazzi e ragazze come noi, ci interpella profondamente tanto che vogliamo prossimamente approfondirla con passione perché parla di noi e del nostro futuro.