Isabella Rossi e l’impegno patriottico

Biancastella

Antonino

Mentre in Italia si affermava il periodico La Donna, fondato e diretto da Gualberta Alaide per diffondere le nuove idee emancipazioniste, un’altra scrittrice, Isabella Rossi, nata a Firenze nel 1808, dava alle stampe nel 1877 un pamphlet intitolato Emancipazione! Considerazione sui diritti della donna, che all’opposto teorizzava l’inferiorità della donna rispetto all’uomo per la sua presunta innata debolezza d’animo, per cui il suo ruolo doveva essere principalmente quello di moglie e di madre. In questo libretto, ultima opera della Rossi, così descrive il rapporto donnauomo: L’uomo feconda, la donna concepisce, egli dà il germe, ella lo sviluppa e partorisce. Egli pensa, ella eseguisce. L’uomo è il Verbo, la donna è l’Eco che lo ripete e lo diffonde, insegnandolo e trasmettendolo ai figli. Isabella Rossi, tuttavia, non era l’unica a pensarla così ed era apprezzata dai suoi contemporanei per il forte impegno patriottico e la sua produzione letteraria in cui esaltava piuttosto le virtù muliebri tradizionali. Il suo salotto fiorentino era frequentato da politici liberali e da intellettuali e fra questi vi era il poeta Giuseppe Giusti che se ne innamorò ricambiato, ma giunta quasi al matrimonio, Isabella, per la differenza di ceto e di condizione economica del suo poeta povero, troncò il rapporto per poi continuarlo come amicizia, di cui poi rese pubblico il corposo epistolario. Sposò in seguito il conte Gabardi Brocchi da cui ebbe un figlio che diventerà giornalista e che della madre lascerà una dettagliata biografia da cui apprendiamo della sua filantropia e della sua grande disponibilità ad aiutare e accogliere i patrioti. La sua produzione letteraria fu vasta: opere in rima e in prosa, carmi storici e inni religiosi, romanzi, racconti inneggianti alle virtù e allo spirito patriottico delle donne toscane di tutti i tempi, nonché una cronaca popolare, La madre bolognese, che esaltava una donna che aveva perdonato l’assassino di suo figlio. La contessa muore a Firenze nel 1893, le sue opere sono ancora reperibili in molte biblioteche e l’opuscolo contro l’emancipazione si può leggere on line, per chi fosse… curioso!

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