"Io che nasco immaginaria": l'autobiografia di Chiara Boni

Chiara Boni, stilista fiorentina, presenta la sua autobiografia "Io che nasco immaginaria" in cui racconta la sua vita e carriera nella moda, dai primi anni ribelli ai successi internazionali. Una storia di amore, politica e moda.

Daniela Fedi e Chiara Boni firmano «Io che nasco immaginaria»

S’intitola "Io che nasco immaginaria" l’autobiografia di Chiara Boni, scritta insieme alla critica di moda Daniela Fedi per Baldini+Castoldi che viene presentata domani alle 18 alla Feltrinelli di piazza della Repubblica dal giornalista di MFF Matteo Minà. Una conversazione sulla vita e sulla carriera nella moda della fiorentina Chiara Boni, una donna poliedrica che si è occupata di molte cose nella sua vita, tutta di corsa e di ensusiasmo, compreso l’incarico politico regionale di assessore alla Comunicazione con la giunta di Vannino Chiti. Daniela Fedi, critica di moda, la conosce da sempre e come stilista l’ha sempre seguita fin dagli inizi: con la nostalgia per gli anni ribelli di "You Tarzan Me Jane", il negozio-tempio dei Settanta che Boni aveva aperto con le amiche Letizia e Cristiana Bargagli Bardi Bandini, poi l’amore e il matrimonio con Titti Maschietto, l’architetto col quale ha avuto il figlio Giacomo, le frequentazioni con alcuni membri dei movimenti giovanili e rivoluzionari di allora, la voglia matta di tuffarsi nella moda.

E, ancora, l’incontro con Marco Rivetti, presidente del GFT di Torino, mentre sbocciava fortemente il prêt-à-porter made in Italy e la nascita del brand col suo nome, negli anni delle prime sfilate in cui la Boni faceva salire in passerella tante amiche e portava alla ribalta molti modelli di bellezza, quella sì inclusiva, comprese le prime indossatrici curvy. Un senso della moda che non ha mai escluso il senso della realtà come si legge nel libro diviso in cinque intense parti, dall’infanzia felice e borghese tra le estati a Forte dei Marmi e le sciate a Zermatt, l’abito del debutto in società firmato Mila Schön, i soggiorni nella Swinging London in minigonna e stivali di vernice. Negli anni Novanta ancora un incontro: finito il matrimonio con Titti, dopo alcuni affetti, ecco gli anni belli con "l’uomo più potente d’Italia", Cesare Romiti, ad di Fiat. Boni poi si risposa con Angelo Rovati che però nel 2013 muore dopo una lunga malattia. Intanto continua la sua moda e nasce quell’etichetta Chiara Boni La Petite Robe che le procura un grande successo specie in America dove la stilista decide di sfilare: a settembre il felice ritorno a Milano Fashion Week con un’amica testimonial come Drusilla Foer. Oggi accanto a lei c’è un uomo speciale come Fabrizio Rindi.

Eva Desiderio