Scandalo Careggi: meno ore del dovuto, ipotesi truffa sulle lezioni

Potrebbe nascere una nuova inchiesta a quella parallela che già vede diversi professori coinvolti

Ospedale

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Firenze, 5 marzo 2019 - In base alle conversazioni intercettate potrebbe nascere una nuova inchiesta, cugina della ‘cattedropoli’ in corso, con il coinvolgimento di un grande numero di prof. Nei colloqui tra l’allora prorettore all’Area medica dell’Università, Paolo Bechi, e il professore ordinario di Anatomia patologica, Marco Santucci, direttore del dipartimento universitario di Chirurgia e medicina traslazionale, registrati il 13 febbraio del 2018, si potrebbe infatti profilare il reato di truffa aggravata di molti dei prof afferenti a quel dipartimento.

Al centro dell’attenzione ci sono le attestazioni di presenza dei professori a lezione con gli studenti. E a tal proposito, solo recentemente, gli uomini delle Fiamme gialle avrebbero prelevato a Careggi i registri di presenza dei prof.

Nella conversazione fra Bechi e Santucci affiora il tema che molti docenti del loro dipartimento, in base alle autocertificazioni presentate, non presterebbero tutte le ore di lezione cui sono obbligati secondo il piano di didattica disciplinato dall’Ateneo: un impegno contrattuale che ogni anno prevede per i professori a tempo pieno l’effettuazione di non meno di 350 ore, di cui un minimo di ore compreso tra 96 e 120 ore di attività didattica frontale, ovvero lezioni, esercitazioni, seminari, insegnamento in specifici corsi di studio, scuole di specializzazione e dottorati di ricerca; per i professori a tempo determinato il minimo annuo è fissato in 250 ore (di cui fra 60 e 74 di lezioni frontali).

Dai controlli informali che avrebbe effettuato il prof Santucci, in base alle autocertificazioni dei docenti e dei registri, sarebbe dunque emerso che, almeno il 50 per cento dei docenti certifica il falso sulle ore di lezione frontale. Cosa che potrebbe determinare un problema grosso. Già che l’effettivo svolgimento dell’attività didattica rappresenta uno dei criteri di valutazione del docente: nel caso che questa sia negativa influenza infatti la selezione, la progressione di carriera e anche lo stipendio del personale accademico, oltre a comportare l’esclusione dei prof dalle commissioni di abilitazione, dagli organi di valutazione dei progetti di ricerca.

Il tono di Santucci, durante la conversazione, è preoccupato. Il prof suggerisce a Bechi di coinvolgere il rettore dell’Ateneo Luigi Dei: la proposta di Santucci sarebbe di non procedere a controlli formali per evitare di bloccare le progressioni, anche se teme di concorrere nella formazione del falso ideologico. Visto che in base al regolamento dell’Università il direttore di dipartimento è tenuto a comunicare formalmente al rettore i casi di mancato assolvimento dei compiti didattici istituzionali da parte dei professori e dei ricercatori a tempo indeterminato.

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