Università, indagine sui baroni. Scandalo a Careggi

Cattedre roventi, la Procura chiede l'interdizione dalla professione per quindici professori. Ecco i coinvolti

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Firenze, 19 gennaio 2019 - E’ un terremoto, quello che potrebbe abbattersi sulla facoltà di medicina dell’ateneo di Firenze e sui concorsi per le cattedre universitarie. La Procura ha infatti notificato a quindici professori altrettante richieste di interdizione dall’esercizio della loro professione. L’unico modo, secondo il sostituto procuratore Tommaso Coletta, per stoppare le alterazioni nei concorsi per le cattedre, malaffare denunciato in un esposto dal professor Oreste Gallo.

I destinatari degli avvisi di garanzia sono professori di Careggi e membri, esterni, delle commissioni che hanno bocciato o premiato i candidati. Nomi “bomba” del panorama accademico, per un’inchiesta che tra gli indagati (ma non destinatario di richiesta di interdizione) anche il direttore generale di Careggi, Rocco Damone. Sarà il gip Anna Liguori a indicare il grado della scossa tellurica che sta per abbattersi sull’ateneo fiorentino.

Un’indagine andata avanti per oltre un anno, con intercettazioni telefoniche e microspie nascoste negli uffici dove, secondo le accuse della procura, si decideva chi meritasse e chi no, chi tenere o chi spostare.

Nei capi d’imputazione resi noti sinora agli indagati, vi sono delle accuse di abuso d’ufficio e viene contestato l’articolo 353 bis del codice penale, che punisce "chiunque con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, turba il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente, al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione". Le pene vanno da sei mesi a cinque anni.

Un'inchiesta, quella appena deflagrata, che assomiglia molto alla precedente sui "baroni" di scienze giuridiche. Anche stavolta c’è un Laroma Jezzi (ovvero il ricercatore-coraggio) che ha fatto saltare il banco. Si chiama Oreste Gallo, è un professore associato che aspira a diventare ordinario, ma il suo reparto rimane indietro rispetto ad altri e quel posto non viene mai bandito, a scapito di altri concorsi. Gallo dal 2010 è direttore della Sod complessa ’Otorinolaringoiatria 1’, dal 2016 sotto la sua direzione è finita anche la ’Otorinolaringoiatria 2’. Un riassetto superato però nell’agosto del 2017 dall’istituzione della Sod complessa di Audiologia, a cui segue un nuovo bando di selezione per un incarico quinquennale di dirigente medico. Ma del posto di ordinario ad Otorinolaringoiatria, previsto dalla programmazione nel biennio 2016/2018, neanche l’ombra.

Nel ricorso che Gallo ha fatto al Tar, si legge che questo settore scientifico "risultava privo di professori ordinari dal lontano 2009, allorché il professor E. De Campora aveva rassegnato le dimissioni: erano in forza al settore unicamente 2 professori associati e 2 ricercatori (di cui uno solo a tempo indeterminato)". Gallo ha denunciato ripetutamente le sue perplessità nelle riunioni e nelle lettere al rettore in cui denunciava l’illegittimità. Ma l’inchiesta che ha tenuto occupata per mesi la guardia di finanza sarebbe andata assai oltre la denuncia del professore. E non è detto che sia conclusa con le richieste di interdizione che dovranno essere valutate dal giudice.

In questi giorni gli avvocati stanno leggendo una montagna di carte: le prove, secondo la procura guidata da Giuseppe Creazzo, della "malauniversità" fiorentina. In questi giorni è finito nel mirino dell’Osservatorio Indipendente Concorsi Universitari un altro concorso, più recente, per un bando da associato. Secondo l’Osservatorio, il candidato che ha vinto non era candidabile perché aveva già prestato servizio presso l’Università. Anche per questo caso c’è un esposto in Procura.

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