PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Un morto e danni per l’alluvione, svolta nell’inchiesta: ci sono indagati. Nel mirino lavori ed emergenza

I nomi finiti nel registro della procura non sono ancora noti. A breve l’incarico a super consulenti. Riflettori sulla gestione delle misure di sicurezza e sull’utilizzo di fondi per le opere di manutenzione

L'alluvione di novembre 2023 a Campi Bisenzio

L'alluvione di novembre 2023 a Campi Bisenzio

Firenze, 24 maggio 2025 – Il fascicolo d’inchiesta sulla alluvione di novembre 2023 a Campi Bisenzio è passato da “a carico di ignoti” a “carico di noti”. Ovvero ci sono degli indagati. È quanto emerge dalla procura di Firenze: gli atti sono in mano esclusivamente al procuratore capo, Filippo Spiezia, anche se ad avviare le indagini è stato l’allora sostituto procuratore Luca Turco, adesso in pensione.

Sono ancora in corso “accertamenti”, si spiega, ma la loro conclusione non sembra essere così lontana. Rimane per il momento ignota l’identità degli indagati, così come il numero, anche se, stando a quanto emerge dalle valutazioni tecniche fatte dal Nucleo Operativo Ecologico (Noe) dei carabinieri di Firenze, il cerchio si stringe su coloro che si sono occupati delle misure da adottare nella situazione di allerta meteorologica e di pericolo di alluvione, ma anche su chi ha gestito i fondi per gli interventi di manutenzione ed eseguito gli interventi stessi. Riflettori accesi anche sulla presunta mancata adozione di misure di sicurezza, nonostante fosse noto il rischio idrogeologico del territorio. Secondo quanto trapela, i reati ipotizzati sarebbero quelli di disastro colposo e omicidio colposo.

Nella tragedia perse la vita Gianni Pasquini, 69 anni. L’uomo fu travolto dalla piena la sera di giovedì 2 novembre, nei momenti in cui l’alluvione fagocitò con estrema violenza le vie di Campi. Il suo corpo fu ritrovato nella zona dell’Asmana. Tra le province di Prato e Pistoia, furono otto in totale le vittime in Toscana. Nella Piana tutto ebbe inizio intorno alle 21 con l’esondazione del Bisenzio. Alle 23 la rottura dell’argine della Marina a Villa Montalvo. La piena inondò le vie di Campi. I report parlano di 180 millimetri di pioggia precipitati in sei ore (il 20% di quanta ne cade in un anno). Circa 30mila i campigiani colpiti dall’alluvione, quasi il 70% del territorio rimasto sott’acqua. Un evento che in tutta la Toscana ha provocato danni, ad aziende e privati, per oltre due miliardi di euro.

Sulla scrivania, prima di Turco poi di Spiezia, sono stati depositati in più di un anno numerosi atti allegati alle denunce presentate dagli avvocati – tra cui Simona Pragliola, Nicola Di Benedetto e Luigi Napoli – dei comitati della Piana e dei singoli esponenti. Gli stessi legali nei mesi scorsi hanno avuto un confronto con il procuratore Spiezia, durante il quale è stato fatto il punto sullo stato dell’arte dell’indagine. La procura non avrebbe poi escluso di affidare un incarico a dei super consulenti, per cercare di individuare con esattezza i motivi che hanno dato vita all’inondazione della città e le precauzione che potevano (e dovevano) essere adottate da enti e soggetti per evitare la catastrofe che si è verificata.

Tantissime le “note” che i militari del Noe hanno depositato in questo lasso di tempo (l’ultima circa due mesi e mezzo fa). Le analisi si sono concentrate su quanto poteva essere fatto durante l’emergenza, ma anche prima. Sono stati acquisiti documenti riguardanti l’utilizzo di fondi europei per i lavori di manutenzione degli argini, e carte relative all’esecuzione degli interventi di somma urgenza affidati pochi mesi prima il disastro. Dentro quegli atti è registrato lo stato di manutenzione e la gestione di fiumi, torrenti e canali – a partire dal Bisenzio, fino alla Marina, Marinella e Fosso Reale – , più il reticolo di corsi d’acqua minori, che scorrono intorno alla Piana e alle sue frazioni popolose.

A questo si aggiunge lo ’screening’ cui gli inquirenti hanno sottoposto le fasi ’pre, intra e post’ dell’alluvione. Il livello di emergenza è stato ’interpretato’ correttamente? La comunicazione con la cittadinanza poteva essere più tempestiva? I residenti sono stati avvertiti in modo giusto dei rischi che stavano correndo in quel momento? C’è stata una congrua gestione nella chiusura delle strade e la corretta stesura e applicazione dei piani di sicurezza? A queste domande, anche grazie alle perizie, la procura sta cercando una risposta.

La procura di Prato, invece, a inizio 2025 ha concluso le indagini sull’alluvione del 2 novembre 2023 per la morte di due persone (ci sono stati danni per milioni e milioni di euro sull’intero territorio provinciale). E fra i quindici indagati, figurano anche l’ex sindaco pratese Matteo Biffoni e il sindaco di Montemurlo Simone Calamai.

Per la morte dei coniugi Teresa Perone e Antonio Madonia, portati via con la loro auto dalla piena del fiume durante l’alluvione a seguito del crollo del ponte sul Rio di Lamporecchio, la procura di Pistoia pochi giorni fa ha invece chiesto il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Lamporecchio, Alessio Torrigiani, il vicesindaco, Daniele Tronci, e l’allora dirigente dell’area tecnica lavori pubblici.