Firenze e lo scandalo parcheggi, il dipendente Sas: "Sì, ho preso soldi dagli abusivi"

Gli interrogatori dell'inchiesta che scuote la città. E su uno dei casi di assenteismo: "Abbiamo fatto una zingarata"

Un parcheggiatore abusivo (New Press Photo)

Un parcheggiatore abusivo (New Press Photo)

Firenze, 22 gennaio 2020 - "Sì, in alcuni casi ho preso soldi dai parcheggiatori abusivi". Avrebbe ammesso questo, durante gli interrogatori di garanzia, Vittorio Sergi, l'ausiliario della sosta arrestato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Firenze contro i parcheggiatori abusivi (con oltre 30 indagati, 12 misure cautelari di cui 11 arresti). Episodi sporadici, dice l'uomo, che sarebbero avvenuti un paio di volte, per un ammontare di 10-20 euro.

Le ammissioni sono state fatte nel carcere di Sollicciano di fronte al giudice delle indagini preliminari. A Sergi vengono contestate diverse accuse. Avrebbe infatti preso una sorta di "tangente" dai parcheggiatori abusivi. Ma ci sono anche presunti episodi di assenteismo. 

"Se io stavo fuori otto ore, sa le multe, le vessazioni che facevo ai cittadini, praticamente non mi bastavano quattro blocchi al giorno", dice giustificandosi del perché non fosse in strada. 

Stare in strada per tutte e otto le ore previste dall'orario di lavoro, ha affermato sempre l'ausiliario della sosta, sarebbe stata poi una fatica umanamente insostenibile: "No, una giustificazione no, cioè nel senso umano, stare fuori otto ore al freddo, al caldo".

"Se lei vede - ha poi proseguito - i vigili stanno fuori tre ore, quattro ore, stare fuori ore è bello pesante, non è una scusante, è una cosa umana".

«Lo strappo del verbale innanzitutto non si fa, e di questo me ne dolgo, me ne dolgo e lo ammetto». Così invece Nicola Raimondo, il dipendente della Sas arrestato nell'inchiesta sui parcheggiatori abusivi a Firenze, che coinvolge con numerosi indagati anche la partecipata comunale, ha ammesso al gip nell'interrogatorio di garanzia svoltosi nel carcere di Sollicciano, di aver strappato alcune multe, episodi per i quali è accusato di abuso d'ufficio.

«Però se è successo in alcuni casi - ha precisato - è perché i verbali della polizia municipale che ci danno in consegna molte volte non sono leggibili». «Se il verbale è illeggibile, se non leggi proprio nulla - ha detto ancora - se io lo mando alla polizia municipale, me lo rimandano indietro».

Per quanto riguarda le accuse di assenteismo, relative in particolare alla pausa pranzo che in alcuni casi arrivava a durare circa tre ore, Raimondo ha precisato di aver sempre recuperato il tempo perso rimanendo a lavoro oltre l'orario, e comunque di essere sempre reperibile al cellulare: «Una volta ero al mare - ha raccontato al gip - ed ho risposto d'urgenza al giudice di pace».

Quanto alla pratica di allungare la pausa pranzo da parte degli ausiliari della sosta alle due dipendenze, il funzionario ha detto di non saperne nulla, ma poi ha aggiunto: «Siccome nel lavoro dell'ausiliario esci la mattina alle 8, non è che stai otto ore al ghiaccio al freddo a fare multe... In mezzo alla strada una coppia di vigili regolarmente ci sta due, tre ore». «Io - ha continuato - ho sempre detto, siccome gli ausiliari sono odiati da tutte le parti, nell'ora di pranzo magari non andiamo ad accanirci».

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