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In bilico sul cantiere. I vigili del fuoco, acrobazie e rischi: "Può crollare tutto"

Al lavoro giorno e notte finchè non recupereranno l’ultima vittima. Divieto di sorvolo in tutta la zona. Rimossa una trave pericolosa.

In bilico sul cantiere. I vigili del fuoco, acrobazie e rischi: "Può crollare tutto"

di Pietro Mecarozzi

Si muovono con cautela, misurando ogni minimo movimento, per non correre rischi e (forse) non spegnere l’ultima fiammella ormai esausta di speranza. I vigili del fuoco sono stati, fin dai primi istanti, i protagonisti delle operazioni di ricerca e di rimozione delle macerie nel cantiere del supermercato Esselunga in costruzione in via Mariti. Gru, escavatori, pompieri imbracati e calati con un cestello nell’abisso delle fondamenta della struttura crollata, cani molecolari, droni termici e martelli pneumatici. La sfilata di macchinari e personale impiegato ha fatto capire fin da subito che tirar fuori i copri delle vittime da quel groviglio di ferro e cemento solidificato non sarebbe stato facile. E così è stato.

"Le operazioni di ricerca stanno continuando e continueranno in maniera ininterrotta fin tanto che non troveremo quest’ultima persona – ha spiegato ieri Marisa Cesario, comandante provinciale dei vigili del fuoco –. Le unità in campo sono trentacinque del team Usar (Urban Search and Rescue, ricerca e soccorso in ambiente urbano, ndr) più una decina di persone di altri servizi connessi". Le operazioni sono lente, spiega ancora Cesario, "perché lo scenario è molto instabile, ed è rischioso per gli operatori ed i soccorritori che stanno lavorando, quindi bisogna procedere man mano, mettere in sicurezza e poi verificare la parte dove si pensa ci possa essere quest’ultima persona". Alla conta manca infatti l’ultimo disperso, Bouzekri Rahimi, 56 anni, anche se le speranze di ritrovarlo vivo si affievoliscono di ora in ora.

Il punto di caduta di travi e solai, secondo quanto ricostruito da alcuni operatori sul campo, "è come un buco nero: sulla superficie c’è uno strato solido si macerie, sotto le quali però regna il caos e l’instabilità: un passo falso è potrebbe franare tutto".L’obiettivo quindi è evitare ulteriori crolli.

Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza dei vigili,ha spiegato le operazioni sono rese difficili "dalle macerie enormi, travi enormi in cemento". Si tratta, stando ai primi calcoli, di travi in cemento armato di circa 15 metri per un peso di oltre 5mila chilogrammi. A questo si aggiunge il peso dei solai e degli altri piloni, da moltiplicare per tre, come i piani coinvolti nel crollo. Infine, c’ anche il peso del cemento armato usato poco prima del crollo dagli operai per armare la soletta del solaio (ovvero lo strato che li rende strutturali), caduto sulla matassa di detriti e quindi sui corpi delle vittime. Questo cemento, spiega Cari a margine degli incontri istituzionali, si è seccato, imprigionando anche i corpi degli operai morti. "Stiamo utilizzando delle gru per poterle spostare (le travi ndr), mettere in sicurezza l’area - aggiunge Cari – e fare dei varchi per proseguire con le ricerche". Inoltre, secondo quanto ricostruito, la difficoltà di estrazione dei cadaveri è dovuta alle loro condizioni: il violento impatto avrebbe infatti frantumato gli arti delle vittime.

Ieri è stato anche istituito sull’area del cantiere di via Mariti, per un raggio molto ampio, il divieto di sorvolo a velivoli (anche a droni) fino a 300 piedi sopra il livello del suolo a causa della presenza delle gru molto alte, che sono state posizionate per le ricerche dell’ultimo disperso e anche per la rimozione delle macerie. Il divieto vale fino alla mezzanotte del 19 febbraio. Il divieto riguarda un’ampia area circolare della città, dal centro storico lato stazione Santa Maria Novella, Ponte Rosso, Statuto, metà via Baracca quasi tutto il parco delle Cascine, quartiere dell’Isolotto. Intanto, in serata, un altro grande pezzo di trave di banchina è stato rimosso, attraverso una gru, dal cantiere.