
Onofrio Cutaia
Firenze, 24 giugno 2023 – In attesa del salvaMaggio, il commissario straordinario Onofrio Cutaia vara la nuova ricetta con un’operazione che consenta di sfruttare al massimo la struttura e trasformare il teatro nel tempio della buona musica.
Nel frattempo si chiudono i conti. Il bilancio del Maggio musicale è al vaglio del collegio dei revisori dei conti. Per il 2022 non ci saranno grandi novità: ci sono alcuni riscontri necessari da fare, ma i numeri sono già tristemente noti. Si chiuderà, verosimilmente, entro la fine di giugno, con un buco da 6 milioni di euro. Mentre il bilancio assestato del 2023, che aveva già accumulato un passivo di 3 milioni, è suscettibile di miglioramenti: grazie alla disponibilità data dal Comune di versare un contributo straordinario di 2 milioni di euro e all’impegno richiesto alla Regione di contribuire eccezionalmente, aggiungendo all’impegno annuale un’una tantum da 7-800mila euro, i conti dell’anno in corso saranno rimessi in carreggiata.
Tutti sono d’accordo sul salvataggio del Maggio, anche se resta sullo sfondo la polemica sulle responsabilità. Si aspetta ancora l’incontro tra i soci (in primis il Comune) e il ministero della Cultura. I lavoratori restano con le dita incrociate e il fiato sospeso, ma nel frattempo il commissario Cutaia sta lavorando al progetto di rilancio "chiaro e definito" (come richiesto dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano) che "assicuri l’equilibrio necessario tra la qualità dell’offerta e la sostenibilità economica, fattore imprescindibile per dare un futuro di stabilità al Maggio".
Una cura ricostituente che prevede una maggiore apertura alla città, prezzi più popolari per riempire le sale: in fondo il pubblico è il quarto socio del Maggio, i margini dello sbigliettamento spostano gli equilibri nel bene e nel male. Ci saranno più collaborazioni: con il conservatorio Cherubini, con gli Amici della musica, con l’Ort, con la Scuola di musica di Fiesole e con il Teatro della Pergola (le radici di Cutaia affondano proprio nell’Eti, l’Ente teatrale italiano di cui la Pergola era colonna portante). Ma non solo.
Ci saranno nuove produzioni di rilievo per connotare il Festival, ma commisurate alle possibilità, oltre ai concerti sinfonici, si riproporranno anche grandi opere popolari, di quelle che piacciono alla gente e scaldano i cuori (dalle Bohéme alle Traviate, per intendersi), ma anche i concerti rock (il Maggio al concerto degli Who fa la spia) e pop e jazz, naturalmente di grande qualità. Questa dovrà essere la cifra non negoziabile. Usare di più il teatro per fare più utili. A questo serviranno anche i convegni. Si aspetta solo che il futuro abbia inizio. E averlo non sarà poco.