Il volontariato non va lasciato solo

Gentile Marco, lavoro in un’associazione di volontariato che si occupa di emarginazione e di povertà, e con il covid ci siamo trovati ad affrontare emergenze mai viste. Ho sempre la sensazione di non fare mai abbastanza, di non essere davvero utile, è come spegnere una fiammella e vedere la foresta che brucia. A volte quando torno a casa devo nascondermi in camera e piangere per qualche minuto, prima di ritrovare un po’ di equilibrio. Ogni volta che mi trovo di fronte a una persona in difficoltà so che c’è chi sta peggio, e ancora peggio, e ancora peggio, senza fine. È davvero un mondo difficile, che non capisco. Avevo bisogno di scrivere queste cose, solo per non tenerle sempre dentro di me. Grazie per i suoi romanzi, che oltre a darmi piacere trasmettono valori importanti.

Anna Maria

Gentile Anna Maria, le associazioni di volontariato sono il sale del mondo, la manna dal cielo, e dimostrano che nonostante il gran numero di individui insensibili e incapaci di immedesimazione, ci sono moltissime persone che invece soffrono per le sofferenze degli altri. Questo è sacrosanto, e tiene in vita la speranza che l’umanità non vada alla deriva, nonostante quello che vediamo. Però mi domando: davvero uno Stato che si ritiene civile e moderno può sopportare che sul proprio territorio esistano persone disgraziate e abbandonate che devono mendicare per mangiare qualcosa? Sembra proprio che alcuni “brandelli“ di ingiustizia dei secoli passati siano arrivati fino a noi e non si riesca a eliminarli. Qualche giorno fa ho visto in tv la raccolta di medicinali nelle farmacie per i bambini poveri, e ripeto la domanda: è possibile che uno Stato moderno, che si dichiara civile, e con tutti i miliardi che sono emersi dal nulla a causa della pandemia, non riesca trovare le risorse per pagare le cure a migliaia di bambini? Il singolo cittadino può solo tappare dei buchi, come dice lei, ma soltanto un intervento importante e convinto da parte di uno Stato “consapevole“ può cambiare le cose. Altre soluzioni non sono possibili. Oltre a imbellettarsi, un paese civile dovrebbe occuparsi di curare le piaghe, anche le più nascoste, che infestano il suo “corpo“. E a livello mondiale, la stessa cosa vale per l’immigrazione: persone a cui abbiamo rubato tutto vengono a cercare da noi una vita dignitosa, e c’è chi si permette di dire che devono stare a casa loro per vivere con quello che NON hanno. La soluzione può essere trovata soltanto dagli Stati che hanno depredato i Paesi poveri per secoli. Forse la terza guerra mondiale sarà proprio questa: i poveri contro i ricchi, in ogni parte del mondo. E a quel punto cercare di chiudere le frontiere sarà inutile fino al ridicolo.

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