Il senso dell’amore per i traslochi

L’amore, di solito, si dimostra con l’affetto, il rispetto, la complicità, l’attrazione sessuale. C’è chi lo dimostra con foto postate su Instagram, con mazzi di fiori o regali costosi. Ognuno ha il suo modo particolare di far capire al proprio compagnoa che è la persona favorita nella sua vita. Io non ho trovato miglior modo di dimostrarlo che facendo traslochi. Avete letto bene. Traslochi. Magari non e la parola più romantica che leggerete oggi, oppure non e quella scelta per farvi un tatuaggio col simbolo dell’infinito, ma è il mio modo per dimostrare che o sono follemente innamorata di mio marito o sono una pazza scatenata (o entrambi). Abbiamo vissuto in sei città diverse e tre Paesi altrettanto diversi. Siamo al settimo trasloco e, anche se questo doveva essere il primo dove era presente lui, mio marito, per motivi lavorativi mi sono trovata a farlo da sola un’altra volta. Borja era a Milano nei due giorni più caotici degli ultimi anni. E chi ha fatto qualche trasloco sa di cosa parlo. Stress, stanchezza, mille cose da sistemare e gestire, beghe. In più ci sono due figlioli con la scuola e le attività pomeridiane. Senza parlare del lavoro in radio, tv e le mie rubriche del sabato. Posso vantarmi, e lo faccio, di essere riuscita a fare l’ennesimo trasloco da sola. E me ne vanto ancora di più di non aver chiesto il divorzio dopo tre giorni infernali tra scatoloni e viaggi in macchina da una casa a un’altra. Se non e amore questo… fate voi. I numeri non mentono, diciannove anni insieme il passato sette settembre e sette traslochi anche internazionali. Qualche sclero dovuto all’esaurimento fisico e mentale, ma non molliamo. Ora non vedo l’ora che arrivi il prossimo trasloco. Toccherà a te, Borja, dimostrare il tuo amore verso di me. Sara il tuo primo, le prime scatole, i primi bicchieri spaccati mentre li imballi, la prima schiena rotta a forza di caricare la macchina, il gatto che fa dispetti perché non vuole cambiare casa. E io già mi vedo su una spiaggia di sabbia bianca, col rumore delle onde di sotto fondo, un bel libro, una birra e soprattutto il telefono spento. Ti voglio bene maritino mio, ma è più comodo postare una bella foto sul profilo Instagram.

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