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Il ricatto sessuale agli amici gay ’Paga o metto in rete i nostri incontri’ Estorsione, arrestati due giovani

Ventuno e vent’anni, agganciavano le loro vittime sul web: "Siamo disponibili a vederci per conoscerci". Poi filmavano, fotografavano e registravano i momenti hard in casa o in auto. Finora 8 i casi accertati dall’Arma

Il ricatto sessuale ad alcuni uomini per fare soldi facili. Gli incontri gay tra due prostituti molto spregiudicati e i partner agganciati su una piattaforma di incontri omosessuali, Grindr, venivano filmati coi telefonini. Fotografati. Registrati. Pareva quello un modo per accendere e alimentare la passione: diventava invece una formidabile arma per spaventare gli amanti, estorcergli soldi, rapinarli. Dopo i momenti di passione la ’musica’ e i toni dei discorsi cambiavano: "Dammi soldi, abbiamo passato queste ore insieme, tu credi che sia venuto con te gratis?". L’altra minaccia era ancora più incisiva: "Paga altrimenti diffondo le foto oppure questo video sulla rete. Sei sputtanato". Puntavano sullo sconcerto, l’incredulità. Se non bastava ci mettevano su pure un altro ’carico’: "Conosco quello, conosco quell’altro. Se non paghi, ti faccio venire a prendere...".

E gli uomini adescati, pagavano: 100, 300, 500 euro, dipendeva dal contante che avevano sul momento. O più in generale. Il resto l’avrebbero saldato al ricatto successivo. O magari ci rimettevano gli orologi.

Dall’indagine dei Carabinieri della Stazione di Scandicci, coordinate da una pm e dal tenente colonnello Gianfranco Cannarile, che comanda la Compagnia di Scandicci, è affiorato un inquietante spaccato criminale legato al sesso. Due gli arrestati in carcerei su ordinanza del giudice per le indagini preliminari Fabio Gugliotta: B.M., 21 anni e F.E., 20, italiani di origini nordafricane. Il primo è stato rintracciato mentre usciva da un appartamento all’Isolotto e portato a Sollicciano. Ha lì raggiunto il compagno di scorribande, già dentro per una vicenda del tutto analoga. Era già stato arrestato a ottobre infatti, sempre dai carabinieri. Stesse storie: adescava le vittime su un’app d’incontri, fissava gli appuntamenti nelle case o in auto, aveva con loro rapporti sessuali. Filmati quei momenti d’intimità, innescava i ricatti: obbligava i partner a consegnare dei soldi, minacciandoli altrimenti di diffondere i video sui social. Con questo metodo il ventenne avrebbe compiuto cinque estorsioni e rapine a uomini tra i 33 e i 61 anni, tutti residenti in provincia di Firenze. In quest’ultima vicenda i due sono considerati responsabili, in concorso – da maggio – di rapine ed estorsioni a 8 uomini: cinque a Firenze e tre a Scandicci, dai trent’anni in su. Indagini partite dalla denuncia alquanto imbarazzata e sofferta di una delle vittime, poi da altre, suffragate dagli accertamenti informatici e dai riscontri sui telefonini. Ora altri potrebbero trovare il coraggio di denunciare.

g.sp.