STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il residence mai nato e la bancarotta. Giambra, arrestato con il genero

Ai domiciliari il costruttore, in carcere il marito di una figlia: sono accusati di aver ordito un’operazione fantasma in Sicilia

Finanzieri al lavoro

Firenze, 8 luglio 2021 - Michele Giambra, il costruttore siciliano trapiantato in Toscana, che ha passato molti dei suoi 72 anni a difendersi in tribunale, anche con successo, è di nuovo al centro di una nuova bufera giudiziaria.

Con l’accusa di bancarotta fraudolenta, è finito agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della guardia di finanza di Palermo (alla quale hanno collaborato i colleghi di Firenze, Prato e Viareggio). Con la stessa ordinanza firmata dal gip siciliano, è finito in carcere Simone Mazzanti, 53 anni, fiorentino, genero del Giambra.

Anche le due figlie del costruttore, Gilda, 42 anni, e Barbara, 50, sono indagate: nei loro confronti, è scattato il sequestro di oltre tre milioni di euro. Sono la parte più cospicua di quei 4 milioni oggetto dell’indagine del pm Anna Battaglia, che Giambra e Mazzanti avrebbero distratto dalla Capopassero srl, società attiva nel settore delle costruzioni immobiliari, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo lo scorso 27 gennaio 2020. Le indagini, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Palermo, Gruppo Tutela Mercato Capitali, diretto dal colonnello Gianluca Angelini, sono state avviate a seguito della dichiarazione di fallimento della società, impegnata negli ultimi anni in un progetto per la realizzazione di un importante complesso residenziale a Portopalo di Capo Passero, nel siracusano e hanno permesso di scoprire un complesso ed articolato "sistema di società", che sarebbe stato realizzato sotto la regia di Michele Giambra. Secondo quanto accertato dai finanzieri sarebbero stati distratti, con il concorso dei più stretti familiari, di oltre 4,3 milioni di euro, erogate alla società fallita a titolo di indennità espropriativa, in danno dei creditori verso i quali l’impresa ha accumulato un ingente passivo fallimentare allo stato quantificato in almeno 3 milioni di euro. Il progetto di realizzazione del complesso residenziale siracusano non è stato portato a termine lasciando gli scheletri delle strutture incompiuti a sfondo dei suggestivi paesaggi a vocazione turistica.

Giambra in passato è stato già indagato per il reato di bancarotta, anche qui in Toscana, anche se il suo nome è ’noto’ per l’inchiesta "fidi facili", scoppiata a metà degli anni ’80. In quel polverone giudiziario finirono prestiti per 75 miliardi di vecchie lire che la holding Giambra ottenne dall’allora Cassa di Risparmio di Firenze. Come li ottenne? Presentando amicizie importanti e influenti anziché documentazione di solidità delle imprese.

Finì con un’assoluzione, dopo tantissimi anni, ma negli archivi resta quel crogiuolo di nomi altisonanti (alcuni con tessera P2 in tasca) che aprivano le porte a Michele Giambra e al fratello.