
Cristina
Privitera
Accogliere i bambini, dai 3-4 anni in su, per incontrare l’arte è il nuovo orizzonte dell’attività del museo a partire dall’estate, come racconta Patrizia Asproni che presiede il Marino Marini.
Come sarà questa nuova ala?
"Si tratta di una nuova sezione che è stata ricavata nel chiostro rinascimentale grazie ad una ristrutturazione che amplia gli spazi del museo :metteremo quindi a disposizione dei bambini fin dalla scuola materna una nuova ala didattica che sarà dedicata a ospitare i laboratori e attività creative e artistiche".
Perché Kinder art?
"E’ un progetto per la creazione di una sezione educativa per bambini e ragazzi che così potranno esprimersi come veri artisti apprendisti. Ci rivolgiamo a tutti , fin dai piccoli di 3-4 anni che, sotto la guida dei nostri operatori, potranno immergersi nei colori e nella materia partecipando a laboratori di pittura e scultura, liberando tutta la loro energia creativa anche attraverso il gioco e il divertimento.
Un’occasione di rinascita partendo proprio dai bambini?
"Il chiostro che li ospiterà è uno spazio protetto e sicuro che permetterà ai bambini di imparare in totale libertà. Non a caso il logo del KinderArt, creato dall’artista e pubblicitaria Patrizia Pfenninger, è composto da macchie allegre , simbolo di libertà creativa. Anche l’ambiente restaurato e ristrutturato, ampio e pieno di luce, trasmette questo senso di aria, di spazio , di libertà".
Avvicinare l’arte precocemente: non è così usuale nel nostro Paese. Perché questa scelta?
"L’educazione all’arte e alla bellezza saranno sempre più fondamentali per formare adulti consapevoli . Il museo si è da tempo focalizzato su questi percorsi educativi, coinvolgendo non solo le scuole ma soprattutto le famiglie . Una vocazione di cui Marino Marino è il primo testimone con il suo amore per i bambini, che chiamava i miei piccoli amici".
Quali sono le fonti di ispirazione di Kinder art?
"Abbiamo guardato soprattutto ai modelli consolidati del Nord Europa: in Danimarca, Svezia, Norvegia tutti i musei propongono sezioni interamente dedicate ai bambini, per accompagnarli nell’apprendimento attraverso il gioco e il coinvolgimento empatico".
Qual è l’impatto dei visitatori in erba con le opere di Marino?
"Pieno di meraviglia ed entusiasta, istintivo. Il circo, i giocolieri, i ballerini, i cavalli, le linee semplici e archetipiche sono colte e interpretare dai bambini con naturalezza e spontaneità “.
Una vocazione didattica che volete ancor più accentuare?
"Sono oltre 4.500 i bambini che prima della chiusre hanno partecipato ai nostri laboratori. Ora vogliamo avvicinarci ancora di più alla città e al suo centro storico fornendo un servizio aperto anche d’estate, coinvolgendo inoltre anche bambini di famiglie disagiate per contrastare la povertà educativa. Abbiamo già creato per questo contatti con alcune comunità".
Un centro storico sempre meno abitato che deve ritrovare attrattiva fornendo servizi.
"E’ un segnale che vogliamo mandare alle famiglie, un’ulteriore attenzione ai cittadini da parte del museo. Più servizi significa maggiore possibilità di residenza nel centro storico".
Il museo deve far parte a pieno titolo della città?
"Sì è questo il nostro messaggio, condiviso con l’amministrazione comunale che ha sostenuto l’intervento di riqualificazione. Un bel messaggio di speranza per la ripartenza. Ricominciando dai bambini".