Il mistero buffo dei sacchetti di plastica

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Stefano

Cecchi

Chi come me fa la spesa nei supermarket fiorentini in autonomia con lo strumento del "salvatempo", si sarà accorto della buffa vicenda dei sacchetti di plastica. Oramai per poterli ottenere quando a fine spesa arrivi alla cassa, devi passare attraverso il rigidissimo controllo delle dipendenti, attentissime che tu dichiari sul conto self service la quantità corretta di sacchetti usati. "Sa mi ha spiegato _ una di queste _ ne venivano rubati tantissimi , così abbiamo dovuto organizzare i controlli...", lasciandomi a metà fra lo stupito e il divertito: ma come, chi fa la spesa col "salvatempo" potrebbe tranquillamente non dichiarare sul conto cose preziosissime tipo lo champagne, il salmone, il vino pregiato, e invece cos’è che non paga? I sacchetti di plastica da 5 centesimi. Una storia a suo modo buffa che a me pare racconti molto di noi italiani. Sì, noi fiorentini, noi italiani siamo gente che conosce bene il valore del diritto e l’importanza dei codici per garantire una rispettabile convivenza civile. Non a caso qui hanno avuto i natali Cesare Beccaria, Piero Calamandrei e Marco Tullio Cicerone. Siamo però allo stesso tempo intimamente convinti che la piccola trasgressione fondamentalmente non meriti la punizione, che il limite tracciato dalla legge abbia comunque una zona di confine nella quale poter transumare senza pagare pegno. Così parcheggiamo nel caso del bisogno in seconda fila, con le bici ci infiliamo a rotta di collo nelle strade controsenso, la raccolta differenziata spesso la facciamo in modo confuso e, fino a quando non ce l’hanno imposto sulla bolletta della luce, non pagavamo il canone Rai. Piccole infrazioni di legge che secondo me raccontano bene la "pasta" di noi italiani. Diceva infatti qualcuno che essere italiani non è la conseguenza di una coincidenza geografica piuttosto una scelta, una vocazione, un grado di maturità o meno dello spirito. Non a caso proprio noi siamo gli inventori mondiali delle attenuanti e l’Italia è la patria riconosciuta del perdonismo e dei finali a tarallucci col vino. E questa vicenda dei sacchetti di plastica da 5 centesimi che non dichiariamo nel conto dopo aver regolarmente pagato champagne e caviale, racconta alla meraviglia questo dato di fatto. Lasciandoci con l’unico dubbio se ciò sia una miseria oppure una grandezza.

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