BARBARA BERTI
Cronaca

"Il mio motto: mettere in regola i cinesi"

A Capalle una delle prime aziende ad assumere operai orientali, spesso soggetti a una mancata integrazione

"Il mio motto: mettere in regola i cinesi"

di Barbara Berti

L’integrazione passa anche dai luoghi di lavoro. A sostenerlo, e a metterlo in pratica, è Francesco Cazzolla, amministratore unico della "B&B Pelletterie Srl" di Campi, tra i primi ad assumere manovalanza cinese nella sua azienda storicamente made in Campi e con manifattura prettamente locale. Sua, e di alcuni soci che operano nell’azienda in qualità di dipendenti, è infatti la decisione di coinvolgere il mondo cinese all’interno della catena produttiva. Decisione presa non soltanto in considerazione della presenza sempre più diffusa di cinesi sul territorio campigiano, e dunque anche intorno allo stabilimento, che si trova in via Gattinella a Capalle, ma anche per la lunga esperienza che la sua impresa aveva già maturato con la comunità degli orientali in qualità di subfornitori.

"Fin da subito, nel settembre 2012, la nostra mission è stata quella di offrire un prodotto made in Italy, e nello specifico borse, coniugando una mentalità imprenditoriale a una pregressa e consolidata esperienza nel settore del primo gruppo che ha fondato l’azienda", spiega Cazzolla. "Nei primi anni l’attività era rivolta esclusivamente all’assemblaggio, rifinitura e confezionamento – spiega Cazzolla –. Tale operatività è stata consolidata mediante una continua formazione dei gruppi esterni ai quali era affidata la produzione complessiva, e servendosi di una struttura organizzativa estremamente snella, composta da soggetti professionalmente esperti e competenti".

Poi, col passare del tempo, l’attività è cresciuta. "Se per tanti anni il nostro committente di riferimento è stato solo uno, la società Furla, oggi lavoriamo anche per tante altre note griffe: Ralph Lauren, Paco Rabanne, Bottega Veneta, Armani, Trussardi, Questo perché gli anni della pandemia sono stati difficili, il fatturato è sceso e così abbiamo pensato di diversificare", spiega l’amministratore unico.

Oggi la ditta dà lavoro a 40 persone, e ben 15 sono di nazionalità cinese. "La decisione di assumere operai cinesi è recene, della scorsa estate. Come azienda già conoscevamo il mondo cinese, visto che abbiamo diversi subfornitori. E’ un mondo purtroppo senza regole, e credo che le istituzioni dovrebbero porre maggiore attenzione e cura all’imprenditoria cinese", afferma Cazzolla. Sottolineando però che "nella mia azienda si lavora rispettando tutte le regole, da quelle salariali a quelle riguardanti la sicurezza e le norme sanitarie. E anche i nostri subfornitori cinesi rispettano le regole, le stesse che la nostra azienda deve seguire se vuole avere committenti importanti". L’amministratore aggiunge che "certe attività di controllo non dovrebbero spettare agli imprenditori, ma alle istituzioni".

La convivenza tra lavoratori italiani e cinesi è buona. "Ma l’integrazione non è facile vista la cultura orientale che tende al lavoro a cottimo, cosa che da noi non accade. Ma anche su questo servirebbe un intervento più deciso delle istituzioni", spiega l’imprenditore, che nella sua azienda punta molto sull’innovazione tecnologica e la formazione del personale. "In quest’ottica sono stati effettuati investimenti, per i macchinari, la formazione e preparazione dei dipendenti, nonché per l’implementazione della compagine del personale con la ricerca e individuazione di risorse umane, professionalmente adeguate".