
di Duccio Moschella
Passato il clamore suscitato dalle rivelazioni sullo scontro fra Papa Francesco e il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, lanciate dal sito Silere Non Possum, ricco peraltro di indiscrezioni, retroscena anonimi e illazioni varie sui vari dicasteri di Oltretevere, in piazza San Giovanni si continua a lavorare come sempre: le riunioni con i Vicari e con gli Uffici pastorali vanno avanti secondo il calendario consueto, giovedì 16, in occasione della solennità del Corpus Domini, è stata convocata l’assemblea del clero, durante la quale il cardinale farà il punto dell’azione pastorale diocesana e comunicherà nomine, incarichi e trasferimenti dei parroci, da rendere operativi nel prossimo autunno. Anche senza caso Minniti, il percorso per la successione del cardinale Giuseppe Betori sulla cattedra di San Zanobi, è avviato da tre mesi abbondanti. Prima che inizino le lunghe quanto necessarie procedure canoniche per arrivare all’avvicendamento, che peraltro dovrebbe essere successivo a quello della diocesi di Arezzo, si possono fare solo previsioni, tutte azzardate, in base alle aspettative che si creano nel popolo dei fedeli e soprattutto nei movimenti ecclesiali.
Alcuni nomi circolano con insistenza: in particolare quello di monsignor Andrea Migliavacca, lombardo, 54 anni, vescovo di San Miniato da 7 anni che Papa Bergoglio ha voluto con sé come membro del Collegio per l’esame dei ricorsi in materia di delicta reservata, istituito nella Congregazione per la dottrina della fede per occuparsi di abusi sessuali e su minori e del tribunale della Segnatura Apostolica. Una parte del popolo cristiano fiorentino, vicino a Comunione e Liberazione, prega per la nomina di monsignor Andrea Bellandi, 61 anni, da tre arcivescovo di Salerno, quindi da troppo poco per essere trasferito. Chi gravita invece su San Miniato al Monte, vorrebbe l’abate Bernardo Gianni, 55 anni, come un novello Antonino Pierozzi. Altra soluzione, che richiede però tempi assai più lunghi, potrebbe riguardare monsignor Stefano Manetti, 63 anni, già rettore del Seminario Maggiore, che il prossimo 6 luglio prenderà possesso della diocesi di Fiesole. Nel caso di una riduzione dei territori, come nel caso di Pitigliano, Sovana e Orbetello, assorbiti dalla diocesi di Grosseto, è ipotizzabile uno spostamento a Firenze con responsabilità anche sul colle etrusco. Ancora meno probabile l’arrivo da Siena del cardinale Augusto Paolo Lojudice, 57 anni, romano, che però pare possa a tornare in Vaticano come cardinale vicario al posto di Angelo de Donatis, destinato alla Penitenzieria Apostolica, che il cardinale Mauro Piacenza, over 75, deve lasciare.
Le dimissioni per raggiunti limiti di età presentate al Santo Padre dall’arcivescovo non sono state accolte. Il percorso per la successione è avviato, ma salvo sorprese arrivare a una conclusione richiede dai nove mesi ai due anni. Il presunto scontro con il Pontefice può aver accellerato il processo? Difficile dirlo. Il cardinale ha incontrato di persona il Papa il 5 marzo scorso, a una settimana dal grande gelo di Santa Croce, insieme a una delegazione di Agata Smeralda senza alcun problema. Nel recente botta e risposta si sarebbe limitato a ricordare al Santo Padre che l’invito a Marco Minniti, causa del no alla giornata fiorentina di Bergoglio e del suo rimbombante silenzio all’Angelus, era stato fatto dai sindaci e non dai vescovi. Ammesso che non ci sia già stato, è probabile che dalla Terza Loggia arrivi un chiarimento, tanto più che il cardinale Betori è in piena sintonia con Bergoglio: la diocesi fiorentina è stata fra le prime ad avviare il Cammino Sinodale dopo il Convegno 2015 e ad aver promosso una commissione per la prevenzione degli abusi. Il cardinale collabora con il Santo Padre nelle Congregazioni per le cause dei santi e per il clero e può ancora sedere in Conclave come elettore per altri quattro anni e mezzo.