Il giallo Giovanni Gentile. A 80 anni dall’omicidio spunta la nuova ipotesi

Nel ’44 il filosofo del Duce, autore della riforma scolastica, fu ucciso a Firenze. Svelato un documento sui mandanti, anche internazionali, dell’agguato.

Il giallo Giovanni Gentile. A 80 anni dall’omicidio spunta la nuova ipotesi

Il giallo Giovanni Gentile. A 80 anni dall’omicidio spunta la nuova ipotesi

Assassinio di Giovanni Gentile: nuove verità? A ottant’anni di distanza dal 15 aprile 1944, quando il filosofo del Duce che aveva firmato la riforma scolastica del 1923 venne freddato davanti al cancello di Villa di Montalto da un commando di gappisti comunisti, restano ancora alcuni aspetti salienti da chiarire.

Un controverso “nodo storico”, per dirla con Renzo De Felice. Sarà mai possibile sbrogliare il bandolo della matassa? Chi fu la vera “mente” dell’attentato mortale? Luciano Mecacci, autore de “La Ghirlanda fiorentina e la morte di Giovanni Gentile”, pubblicato da Adelphi nel 2014, ha scoperto un documento che getta nuova luce.

"Il Fronte militare clandestino di Roma, diretto dal colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo prima che morisse alle Fosse Ardeatine, fu informato che Gentile sarebbe stato ucciso il 2 aprile". Ma, avverte Mecacci, "la cupola che diresse l’operazione al Salviatino ebbe componenti diverse, italiane e internazionali".

Luciano Mecacci ripercorrerà i retroscena dell’uccisione di Gentile oggi a Roma, durante il convegno “Politica e filosofia. I due mondi in uno di Giovanni Gentile”, in programma in Senato dalle ore 10 nella sala capitolare presso il chiostro del convento di Santa Maria sopra Minerva. Un incontro promosso dal presidente della commissione Biblioteca e Archivio storico Marcello Pera. Dopo il saluto di Ignazio La Russa, presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, introdurrà i lavori il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Quindi si passerà alle relazioni, oltre a quella di Mecacci: Massimo Cacciari sull’attualismo filosofico gentiliano, Giuseppe Bedeschi su due irriducibili antifascisti come Antonio Gramsci e Piero Gobetti, e Francesco Perfetti sul passaggio del pensatore siciliano dal liberalismo al fascismo. Frattanto ieri, a Firenze, in Santa Croce, dove dal 18 aprile ‘44 riposano le sue spoglie, Gentile è stato commemorato con una messa in suffragio officiata da padre Giancarlo Corsini, Rettore della Basilica francescana.

Tra i presenti che interverranno, l’editore Giovanni Gentile junior e Maddalena Gentile, nipoti del filosofo. Al termine della cerimonia, il generale della riserva Nicola De Nicola, presidente di Assoarma, ha sottolineato che "il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un francobollo nell’ottantesimo anniversario della scomparsa, che riproduce il filosofo del Novecento europeo tra gli esponenti massimi dell’idealismo italiano: 250.020 esemplari stampati dal Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

Un doveroso contributo a questa figura di spicco del panorama culturale, la cui memoria dobbiamo ricomporre e riconoscere affinché l’ideologia non prevarichi l’intelligenza. Giovanni Gentile ha segnato la filosofia, fu il continuatore del Risorgimento col compito di narrare la storia civile nazionale". Il “giallo” Gentile terrà ancora banco a Firenze domani nella conversazione promossa dal Centro culturale Firenze-Europa “Mario Conti” presieduto da Marco Cellai, che vedrà la partecipazione di Luciano Mecacci ed Enrico Nistri, alle 17 nella sede del Gruppo Firenze dell’Associazione Nazionale Alpini. E sempre a Firenze, il 22 maggio, alla biblioteca Magliabechiana, si svolgerà un convegno dedicato alla figura di Gentile organizzato dal Gabinetto Vieusseux e dal Ministero della Cultura.

E polemiche sono emerse a Firenze anche in consiglio comunale dove, durante una seduta, il capogruppo di FdI Alessandro Draghi ha ricordato che "nel 1994 la commissione toponomastica riuscì dopo tanta fatica e mediazione a trovare una dicitura consona, frutto di un compromesso, per arrivare all’obiettivo di apporre una targa nel luogo in cui fu ucciso" ma "a distanza di trent’anni, non è mai stata posta". Immediata la replica di Dmitrij Palagi, consigliere di Sinistra Progetto Comune: "Noi stiamo con Bruno Fanciullacci. Lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo".

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