Il giallo dei cadaveri in valigia. Nuovo round in Appello: "Elona può essere assolta"

A Kalesha la corte d’assise ha inflitto 30 anni. Accusa e difesa hanno entrambi fatto ricorso. Il 18 settembre via al processo di secondo grado. La procura punta all’ergastolo per la Kalesha.

Il giallo dei cadaveri in valigia. Nuovo round in Appello: "Elona può essere assolta"

Il giallo dei cadaveri in valigia. Nuovo round in Appello: "Elona può essere assolta"

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Giallo dei cadaveri nelle valigie, nuovo round in aula. Il 18 settembre c’è il processo d’appello per Elona Kalesha, unica imputata per il duplice omicidio e il depezzamento dei cadaveri dei coniugi Shpetim e Teuta Pasho, i cui resti vennero rinvenuti nel dicembre del 2020 dentro quattro trolley abbandonati in un campo tra la Fi-Pi-Li e il carcere di Sollicciano.

Elona Kalesha, ex fidanzata del figlio della coppia ammazzata nel novembre del 2015, Taulant, è stata condannata a 30 anni, in primo grado. Ma contro quella sentenza hanno fatto appello sia i difensori della donna, gli avvocati Federico Febbo e Antonio D’Orzi, che i pubblici ministeri Ornella Galeotti e Beatrice Giunti. La difesa punta all’assoluzione dell’imputata. "E’ un processo al cento per cento indiziario - commenta Febbo -. La corte ha interpretato questi elementi, ma essi si prestano a letture diverse. Direi che è un processo aperto a ogni soluzione".

La procura, dal canto suo, ha impugnato la sentenza perché vuole il massimo della pena per la Kalesha. L’ergastolo, del resto, era stato chiesto anche al termine della requisitoria. "La Corte - si legge nel ricorso delle pm Galeotti e Giunti - ha ritenuto di escludere la contestata recidiva osservando che ’le complessive circostanze che i reati accertati in questa sede sono del tutto disomogenei rispetto al percorso criminale di Kalesha, tanto da ritenersi espressione di una situazione specifica più che espressione di una sua maggiore pericolosità’. Occorre invece osservare che, oltre a precedenti aggressivi verso le persone essendo stata condannata per reati di lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale, la Kalesha è gravata da numerosi precedenti per reati di falso, truffa e furto". "Emerge dalla istruttoria dibattimentale e dalla sentenza - proseguono - che la Kalesha abbia utilizzato proprio la sua esperienza criminale precedente per trarre in errori i parenti delle vittime ostacolando consapevolmente la ricerca dei coniugi Pasho, organizzando una serie di simulazioni, di equivoci e di veri e propri depistaggi finalizzati ad occultare le reali circostanze della scomparsa delle vittime, quale fosse l’ultima abitazione dei medesimi e quale fosse, pertanto, il luogo di commissione degli omicidi".

Certo, il movente resta il grande ’buco’ di questo processo. Elona potrebbe aver ucciso per nascondere una gravidanza e quindi una relazione diversa da quella con Taulant. Oppure per derubare i due coniugi che portavano sempre con loro una ingente somma in contanti, circa 70mila euro. O anche entrambi. Ma non può aver fatto tutto da sola.