Il dossier Saccardi agita la Regione. Giani lavora alle deleghe congelate

L’area più oltranzista del Pd chiede il siluramento della vicepresidente, il governatore cerca la mediazione. Deleghe e rappresentanza in frigorifero fino al post-voto? Scaramelli: "Non vedo incompatibilità".

Il dossier Saccardi agita la Regione. Giani lavora alle deleghe congelate

Il dossier Saccardi agita la Regione. Giani lavora alle deleghe congelate

I volontari spazzano via tra le sedie i sedimenti della sbornia leopoldiana edizione numero 12 ma le scorie avvelenate delle bordate renziane ai dem – roba che le rottamazioni eran carezze – sono giocoforza destinate a svolazzare maliziose fino a infilarsi nei finestroni di Palazzo Vecchio e, soprattutto, nel portone di Palazzo Panciatichi dove un plotone Pd è pronto a chiedere il siluramento di Stefania Saccardi, vice di Giani e alleata dei democratici, ma ora ’nemica’ degli stessi nella corsa a sindaco.

Per Renzi, respinto con perite dai dem per le richieste "troppo esose" – dicono gli stessi – messe sul tavolo per dire ok al sostegno a Funaro (il nome del vicesindaco, ossia Francesco Casini, garantito subito nero su bianco, una municipalizzata e un assessorato di peso nella giunta che, destra permettendo, verrà) il Pd fiorentino è "scandaloso" sullo stadio, "fa cassa con le multe sanzionando chi va a 51 all’ora" e di sinistra non ha nulla. Per i dem Renzi "voleva solo accordi formali per un po’ di poltrone da destinare ai suoi, senza mai porre un tema programmatico" (parole del segretario cittadino Andrea Ceccarelli). Insomma guerra aperta. Già e con Saccardi che si fa ora?

Può la numero due della Regione, con deleghe all’Agricoltura, aree rurali e interne, restare in maggioranza con i dem in Regione e al contempo dar battaglia al centrosinistra a trazione Pd per la poltrona più imbottita di Palazzo Vecchio? Domani il dossier Saccardi sarà sul tavolo della riunione consiliare del Pd presieduta dal capogruppo Vincenzo Ceccarelli che ad ora resta prudente ("Serve senso di responsabilità, ma c’è anche una dignità da rispettare"). In soldoni: va trovato un compromesso. L’ipotesi che potrebbe evitare la definitiva rottura prevede la sospensione tecnica degli incarichi di Saccardi sia per le sue deleghe di assessora, sia per il suo ruolo istituzionale di vicepresidente. Saccardi non parteciperebbe più alle riunioni di giunta durante la sua campagna elettorale compreso il voto ed eventuale periodo pre-ballottaggio.

"Farmi fuori saprebbe di ripicca – dice Saccardi – Ho le deleghe all’agricoltura e siamo a Firenze, non a Grosseto. Quindi non capisco le eventuali incompatibilità. Io tra l’altro non sono mai stata nominata, ma eletta dai cittadini e ho sempre rispettato il programma di governo della Regione". Ma anche far finta di nulla non si può e il governatore Eugenio Giani, che indossa i panni del moderatore, sta indicando l’unica linea possibile per stringere i denti fino a giugno: congelare le deleghe di Saccardi. Anche perché andare allo scontro potrebbe rivelarsi un boomerang già a giugno (per non parlare del 2025)

Se, scenario probabile, Funaro non riuscisse a imporsi al primo turno e dovesse arrivare solo al ballottaggio contro il centrodestra (a proposito, sull’altra sponda politica la base ancora aspetta che Eike Schmidt sciolga la riserva) la stampella renziana diventerebbe fondamentale. Senza, il rischio (a oggi remoto) di un ribaltone politico a Palazzo Vecchio potrebbe farsi concreto. Quindi ’perché strappare del tutto quando si può trovare una mediazione?’ riflettono i dem più prudenti in risposta agli oltranzisti anti-Stefania.

Intanto il capogruppo Iv in Regione Stefan Scaramelli butta acqua sul fuoco: "A parte il voto sull’aumento delle tasse abbiamo sempre lavorato in sinergia con il Pd. Non vedo motivi per allontanare Saccardi che oltretutto ha tutta l’esperienza necessaria per continuare a lavorare bene in Regione mentre gioca la sua partita alle comunali".

Emanuele Baldi