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Il Chianti docg resiste ma il Consorzio attacca "Servono risorse"

Il Chianti docg chiude il 2020 con vendite stabili. E’ quanto emerge dalle primissime stime fatte dal Consorzio che confermano il dato del 2019, anzi lo superano di poco: da 670 si passa infatti a 690 ettolitri. "Con il crollo del canale Horeca – afferma Marco Bani, direttore del Consorzio Vino Chianti – sono state soprattutto le vendite nella grande distribuzione a salvare la situazione per quei produttori che si rapportano con questo importante segmento di mercato, ma che purtroppo non rappresentano la totalità della denominazione". Nell’anno appena iniziato il Consorzio si aspetta una soluzione ai problemi che non hanno trovato risposta nei mesi scorsi: "I contributi per la ’vendemmia verde’ promessi dal Governo - osserva il presidente, Giovanni Busi - non sono arrivati e questo ha messo in crisi le aziende nel rispettare le scadenze al 31 dicembre, considerato il fatto che molte banche non hanno accettato le proroghe". Secondo il Consorzio serve quindi, "un efficace sostegno per dare liquidità alle aziende, per il loro accesso al credito e per le attività di promozione sui mercati esteri". Nonostante il momento particolarmente difficile il Consorzio, dal suo osservatorio, rileva però "una enorme volontà di investire e crescere, nell’attesa di una pronta ripresa dei mercati": evidenzia Bani. "La politica regionale e nazionale - conclude - deve farsi carico di trovare le risorse necessarie e le vie brevi per immettere liquidità in questo settore trainante dell’economia toscana".

Ilaria Biancalani