Il calcio di provincia fa ancora sognare

Giampaolo

Marchini

Il cinema italiano ha celebrato spesso le favole calcistiche, nate dall’irriverenza dissacrante per un mondo dorato, come quello del pallone, prigioniero del denaro e avaro di sogni che ogni tifoso vorrebbe vivere. Dalla Longobarda al Borgorosso, squadre entrate di diritto nella mitologia pallonara, ma che hanno avuto tutte una base comune: la passione. Benzina indispensabile per alimentare le favole. Appunto. Ma non chiamate favola quella che incredibilmente stanno vivendo due paesi: San Donato in Poggio e Tavarnelle Val di Pesa. Due realtà che hanno saputo mettere da parte rivalità sportive, dando vita a un risultato sportivo storico. E’ vero che la promozione in serie C ha il contorno sfumato di un sogno, ma è arrivato non a caso. Ha i connotati della concretezza della provincia, dove il calcio ’pane e salame’ ha la sua sublimazione, nel senso più vero del termine. Qui, la stretta di mano conta ancora qualcosa, in un calcio fatto di procuratori e intermediari. Conta anche il senso di appartenenza ad una comunità orgogliosa dei propri ragazzi. Come Duccio Brenna, anima della difesa gialloblù, che oltre a fermare gli avversari ha trovato anche il tempo di laurearsi, pochi giorni fa, in Scienze della Comunicazione.

Successi come questi non arrivano per caso. Sono frutto del lavoro della società che, partita dall’unione del 2006, ha saputo crescere a svilupparsi attorno a un gruppo di dirigenti appassionati che si sono affidati a due ’volpi’ delle categorie, come il ds Bicchierai e il tecnico Indiani. Ma niente sarebbe stato possibile se non ci fosse stata la spinta di un ambiente sempre più coinvolto ed entusiasta. Niente arriva per caso e vincere è difficile, a qualsiasi livello. Ma farlo in provincia è ancora più bello ed è ancora più gratificante. San Donato e Tavarnelle, intesi come paesi, confermano.

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