Idoneità dal centro privato con il dottore ottantenne

Aveva fatto la visita a Empoli con un professionista molto noto e stimato

La visita l’aveva fatta in un centro medico sportivo di Empoli privato, il calciatore ventiseienne del Castelfiorentino Mattia Giani. Era stato visitato – puntualmente, un anno dopo l’accertamento precedente – da un medico ottantenne per ottenere il certificato di idoneità sportiva agonistica. Il medico è un professionista noto, molto scrupoloso. Che, appresa la notizia della tragedia, si è molto addolorato e ha voluto ricontrollare tutta la documentazione in possesso – in particolare i tracciati registrati durante la prova da sforzo – assieme ad altri colleghi cardiologi. Oggi l’autopsia potrebbe togliere un po’ di nebbia che avvolge la tragedia della morte di Mattia. Ma, a meno che non si tratti di patologie riconoscibili con evidenza, la procura potrebbe richiedere una perizia a un patologo specialista in malattie cardiache dello sportivo. Le cose da capire fondamentalmente sono tre: perché a bordo campo non c’era né un medico né una’ambulanza come previsto; se un intervento tempestivo con il defibrillatore avrebbe potuto salvare la vita del ragazzo; se dagli accertamenti eseguiti per ottenere l’idoneità sportiva erano rilevabili segni che avrebbero dovuto far suonare l’allarme per ulteriori approfondimenti. Come era successo al capitano della Fiorentina Davide Astori, morto per un’aritmia maligna, per una tachicardia ventricolare, causata da una cardiomiopatia aritmogena. Entra nell’argomento anche Nicola Armentano, il capogruppo Pd a PaIazzo Vecchio, è medico sportivo e sottolinea l’importanza di effettuare i controlli nei tempi giusti, ma anche che ogni tesserato istruttore o arbitro che sia, abbia il brevetto di soccorritore. E che si cominci a sensibilizzare al soccorso già a scuola. In molti casi i timori per la responsabilità di un soccorso inefficace inibisce l’intervento. "Ma c’è una legge del 2021, ottima ma poco conosciuta, detta legge del buon samaritano – spiega Armentano – che depenalizza un soccorso inefficace". Inoltre spiega il medico dello sport che gli attuali defibrillatori intelligenti, addirittura "telecontrollabili a distanza".

Importantissimo, spiega, che la popolazione e, in particolare i giovani, facciano corsi di formazione per primo soccorso, con l’ausilio degli ordini dei medici e degli infermieri.

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