MANUELA PLASTINA
Cronaca

I piccoli di Gaza al Meyer. Il disastro delle bombe nella testa e nel cuore

Tre maschi e una femmina sono sbarcati dalla nave Vulcano alla Spezia. Molti hanno traumi cranici, già mobilitati gli assistenti sociali .

I piccoli di Gaza al Meyer. Il disastro delle bombe nella testa e nel cuore

I piccoli di Gaza al Meyer. Il disastro delle bombe nella testa e nel cuore

Hanno sul corpo e negli occhi i segni di una guerra terribile che li ha colpiti e che li ha costretti ad abbandonare la loro terra dilaniata dalle bombe e dalla violenza, per cercare cure a Firenze. Dopo un lungo viaggio sulla Nave Vulcano, 14 bambini di Gaza sono sbarcati nel porto della Spezia con i loro genitori, in cerca di speranza e salute. Quattro di loro con ambulanze e van sono arrivati a Firenze alle 14, accolti al Meyer dal direttore sanitario Emanuele Gori e dall’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli. Sono tre maschietti e una femminuccia. Il più piccolo ha 2 anni e mezzo e presenta una patologia traumatica. Era in casa quando l’abitazione gli è crollata addosso colpita dalle bombe. È stato ferito dalle macerie e ha riportato una lesione al midollo per la quale ha bisogno dell’intervento degli specialisti della neurochirurgia, reparto in cui è ricoverato con la sua mamma e la sorellina di 10 mesi, che di salute sta bene. Un altro bimbo di tre anni e mezzo è arrivato con la Vulcano insieme ai genitori e ai fratellini: ha bisogno di cure neurologiche. Con lui in ospedale resta la madre, mentre il padre e gli altri figli hanno trovato ospitalità in una struttura vicina all’ospedale. L’unica femminuccia di questo nuovo gruppo ha 8 anni e un problema epatico: sarà curata nel reparto di pediatria. Si trova nella neurochirurgia, come il bimbo più piccolo, anche il ragazzo di dieci anni, il più grande dei 4 ragazzi: per colpa della guerra, ha riportato un grande trauma cranico. Accanto a lui c’è la sua mamma.

I 4 piccoli pazienti si aggiungono agli altri tre palestinesi arrivati una settimana fa al Meyer. Un bambino di 10 anni aveva i postumi di una frattura esposta al femore destro con infezione ed è dovuto tornare in sala operatoria per perfezionare l’intervento. Un ragazzo di 12 anni è arrivato in ospedale con le conseguenze di una frattura al braccio destro, per la quale ha cominciato la riabilitazione, e una frattura cranica di 2 mesi fa. Anche la sorella di 15 anni è ricoverata per frattura cranica. Stanno bene, dicono dall’ospedale. Grazie alla Fondazione Meyer è stato avviato per i bambini e le loro famiglie un servizio di mediazione culturale. Mobilitati gli assistenti sociali.