REDAZIONE FIRENZE

I disagi veri dei nostri trasporti

Il vantaggio per gli utenti, nei giorni di sciopero dei trasporti, è che assomigliano molto a quelli normali: disagi sì, ma addolciti dalla assuefazione. Esageriamo, ovvio. Ma almeno per il trasporto ferroviario, le cose si avvicinano in qualche modo a questo paradosso. Perché tra averne pochi, maledetti e subito, sapendo quali convogli funzionano e quali sono soppressi (sempre che lo si sappia prima) e averli tutti, ma spesso con ritardi e scarsa attenzione a igiene e pulizia, beh, non si sa cosa scegliere. Se tutti lanciassero in aria una monetina si farebbero pure un sacco di soldi, visto che i potenziali lanciatori sono centinaia di migliaia di persone che fanno il mestiere più faticoso di questo mondo: i pendolari. Studenti o lavoratori che siano. Che abitano in una frazione di Pontassieve o di Borgo, si svegliano alle 5, devono arrivare in paese, poi a S.Maria Novella, poi a destinazione. Dove suona una campanella o esiste un orologio marcatempo che non sono tarati sugli eventuali problemi che si creano sui binari. Una catena che non può avere anelli mancanti o slabbrati. E se li ha, possono essere l’eccezione, guasti inevitabili e imprevedibili, non la cronicità di molti ritardi su tante tratte. Anche solo i 5 minuti che fanno perdere la coincidenza, l’anello successivo. Insomma, questa gente, con gli inconvenienti che vive ogni giorno denunciati sul nostro giornale, all’autorità politica e al gestore, merita rispetto. Perché parliamo di disagi veri, non di isteria percepita. La Regione è preoccupata, e fa bene, per una delle tante situazioni "inaccettabili", che infatti non andrebbero accettate. Le Ferrovie hanno un tesoretto di 12 miliardi da spendere in Toscana, e siccome è una azienda seria, se programma gli investimenti, li vuole pure fare come sta facendo un po’ dappertutto. L’importante è che il territorio incoraggi, assecondi, sanzioni anche se ci sono gli estremi contrattuali. Perché anche il biglietto è un contratto. Il primo, il più importante, che dev’essere onorato.