Stefano
Grifoni
Il disagio morale che tutti proviamo e che respiriamo ascoltando i discorsi della gente, deriva dall’aumento della povertà, delle diseguaglianze, della disoccupazione, dal diffondersi di poteri irresponsabili, dalla difficoltà a far convivere identità culturali diverse. Per superare questo momento può essere di aiuto riflettere sulla frase di Antoine de Saint-Exupery "...guardare insieme nella stessa direzione" cioè verso un orizzonte comune. Il processo di integrazione sociale non si è ancora realizzato completamente. Intraprendere quello di coesione potrebbe aiutarci a superare le molteplici problematiche emerse in questo periodo in tutti i settori sociali come per esempio nel lavoro e nella sanità . In senso fisico la coesione indica la compattezza, una proprietà dei corpi di resistere alla rottura. Nel termine più ampio la coesione è tesa a identificare in maniera concreta le strategie che possono permettere di ridurre le problematiche emergenti. L’indebolimento della politica, della famiglia e della scuola, dei confini tra lavoro e non lavoro, l’esclusione sociale, esternalizzazione dei servizi, la diffusione della flessibilità sul lavoro che genera precarietà, l’individualismo sono realtà che ancora non trovano soluzione ma che creano un forte indebolimento dei rapporti individuali. Occorre una reale coesione che può nascere solo dopo l’individuazione di un obiettivo da raggiungere e della complessità che lo caratterizza. Se l’obiettivo diventa chiaro e chiara è la consapevolezza della sua validità potrà far crescere la riuscita del processo di coesione teso a ridurre le disparità sociali e a promuovere lo sviluppo. La coesione sociale è un sentimento comune molto diffuso ma un processo molto difficile da realizzare in una società complessa ed eterogenea come la nostra.