Gli stati generali di Coldiretti: "Serve un piano emergenziale per tutelare il mondo agricolo"

L’associazione di categoria terrà oggi un convegno per sollecitare una revisione delle norme faunistiche. In Toscana, negli ultimi anni, oltre 20 milioni di euro di danni alle coltivazioni per l’80% causate dai cinghiali . .

Gli stati generali di Coldiretti: "Serve un piano emergenziale per tutelare il mondo agricolo"

Gli stati generali di Coldiretti: "Serve un piano emergenziale per tutelare il mondo agricolo"

di Lisa Ciardi

FIRENZE

Aprire una riflessione sul rapporto fra agricoltura, presenza di animali selvatici e caccia. Con questo obiettivo è nato il convegno previsto oggi (dalle ore 9.30) nel Palazzo del Pegaso (via Cavour, 4), organizzato da Coldiretti Toscana e AB Agrivenatoria Biodiversitalia. Fra i relatori: Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale toscano; Ilaria Bugetti, presidente seconda Commissione consiliare; Riccardo Burresi della segreteria della vicepresidente Saccardi; Niccolò Sacchetti, presidente Agrivenatoria Biodiversitalia; Paolo Banti, consigliere nazionale AB; Marco Ferretti dell’ufficio regionale caccia; Stefano Masini, responsabile ambiente di Coldiretti nazionale. Modererà Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Toscana. Ad aprire il dibattito, la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani.

Presidente, perché questo convegno?

"Il 12 gennaio ricorrono i 30 anni da quando la Regione ha recepito nel suo ordinamento la legge per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, che ha disciplinato l’attività faunistico venatoria nel bene e nel male. Abbiamo ritenuto necessario, come Coldiretti, farci promotori, con l’organo legislativa regionale, di un momento di riflessione sull’opportunità di una revisione della norma, anche in previsione della discussione sul piano faunistico venatorio".

Qual è la situazione?

"La fauna selvatica ha causato in Toscana, solo negli ultimi dieci anni, oltre 20 milioni di euro di danni alle coltivazioni per l’80% imputabili ai cinghiali che sono oltre 200mila in Toscana. Se consideriamo le altre specie, caprioli, daini, cervi, siamo nell’ordine di 400mila. Oggi gli ungulati non rappresentano più solo una calamità per l’agricoltura ma per tutta la collettività".

Cosa non funziona?

"La fauna selvatica è totalmente fuori controllo; gli strumenti a disposizione per il contenimento e la gestione non sono efficienti. Bisogna aggiungere alla discussione anche il punto di vista degli agricoltori".

Quali sono le vostre proposte?

"Un piano emergenziale straordinario per tornare a un equilibrio virtuoso partendo da riduzione di ungulati, ridefinizione dei confini delle zone non vocate a tutte le aree coltivate, risarcimenti e non indennizzi. La prevenzione deve essere a carico delle Atc e non delle aziende. Bisogna tenere in considerazione il ruolo dell’agricoltura, il contributo che gli agricoltori possono dare, e la loro importanza strategica per l’ambiente, la biodiversità, l’occupazione e il futuro della Dop Economy".

Come si concilia tutela dell’agricoltura e dell’ambiente selvatico?

"Sono due facce della stessa medaglia. Non a caso questo evento è stato organizzato con AB Agrivenatoria Biodiversitalia, l’associazione delle imprese faunistico venatorie che rappresentano un modello di gestione privato della caccia ma anche di promozione della biodiversità".