"Gli alberi del 1800 lungo i viali si adattano a un habitat non ideale"

Ditte assolte per gli abbattimenti, le motivazioni del giudice. Il pm fa appello

I vincoli alle alberature ottocentesche lungo i viali "dovranno essere valutati con maggior attenzione già in sede paesaggistica". Lo afferma il giudice Paola Belsito, nelle motivazioni della sentenza con cui sono stati assolti gli imputati delle ditte accusate di deturpamento di bellezze naturali e frode in pubbliche forniture, riguardo ai tagli di piante nella zona di Porta al Prato contestualmente ai lavori della tramvia.

Il giudice ipotizza che vi sia "un vizio di origine nell’autorizzazione paesaggistica rilasciata che, imponendo di mantenere alcune alberature nonostante che venissero nel contempo consentite alcune lavorazioni in adiacenza, non aveva forse adeguatamente valutato l’impatto sulla vegetazione delle opere da compiere".

"Alberi, quelli tagliati in conseguenza della vicenda per cui è processo - prosegue il giudice - che erano stati piantati nell’ottocento per abbellire un’area che è protetta ex lege, i viali di circonvallazione cittadini, e che nel tempo sono stati certamente costretti ad adattarsi ed a sopravvivere in un habitat non propriamente ideale per loro, un tessuto fortemente urbanizzato in cui forse, nel futuro, sarà necessario valutare con maggiore attenzione, già in sede paesaggistica, l’impatto di certi lavori sulla vegetazione esistente. Alberi tagliati e misurazioni oramai non più soggette a verifica da parte del giudicante, il che rende impossibile effettuare degli ulteriori approfondimenti in materia", conclude il giudice.

Il pubblico ministero Gianni Tei presenterà appello.

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