Ex Gkn di Campi Bisenzio, gli operai: "Un altro mese senza stipendio, mancano 4 mensilità"

La Rus: "La proprietà paghi e accetti un accordo per mettere a disposizione lo stabilimento a chi vuole farlo realmente ripartire"

Una protesta dei lavoratori della ex Gkn (Foto Ansa)

Una protesta dei lavoratori della ex Gkn (Foto Ansa)

Campi Bisenzio (Firenze), 3 febbraio 2023 – La vertenza della ex Gkn di Campi è sempre ferma, il tempo passa e gli operai sono sempre senza stipendio come denunciano pubblicamente in una lunga nota a firma della Rsu ex Gkn, ora Qf. “Un altro mese senza stipendio: mancano quattro mensilità, comprendendo la tredicesima. Nonostante i 56 decreti ingiuntivi approvati da 5 giudici differenti, con altri probabilmente in arrivo. Alcuni dei decreti ingiuntivi sono esecutivi e via, via, in assenza di pagamento, diventeranno probabilmente pignoramenti. Non solo ad oggi non è stato pagato nemmeno un euro di dicembre, ma nemmeno sono stati inviati i cedolini delle buste paga” recita la nota della Rsu specificando che “non solo i lavoratori non sono stati pagati, ma non si sa nemmeno cosa l’azienda ritiene di pagare loro. Ultima comunicazione arrivata dai dipendenti a Qf a riguardo è del 12 gennaio, dove sottolineava che l’azienda avrebbe risolto il problema ‘in tempi ristrettissimi’”.

Ma il tempo scorre e “l’8 febbraio sarà nuova giornata di busta paga, quella di gennaio: 300 famiglie lasciate quindi nel nulla e nel non detto. Danno psicologico, morale, professionale a un intero territorio: posti di lavoro bruciati, competenze disperse, un accordo quadro non rispettato, 17.000 voti di una consultazione popolare calpestati” dice ancora la Rsu. Nonostante la situazione, allo stabilimento campigiano di viale Fratelli Cervi “resiste il presidio e l’assemblea permanente, ovviamente attaccate da Borgomeo, perché sono elemento di chiarezza e di concretezza, in un contesto di estrema opacità” dicono le Rsu nella nota.

Lo scorso 20 dicembre il Collettivo di Fabbrica e la Rsu hanno presentato il proprio prospetto industriale e Regione Toscana sta facendo scouting pubblico “mentre il Governo è assente e non pervenuto” tuona la Rsu ricordando che “Qf ha la possibilità di raggiungere una cassa integrazione per riorganizzazione accompagnandola a un accordo di messa a disposizione dello stabilimento, fugando così il dubbio legittimo che l’attuale proprietà stia agendo come testa di legno della precedente proprietà. Sebbene sia stato fissato un calendario di incontri tecnici serrati per stilare tale accordo, Qf si è sottratta facendo saltare tale calendario”.

Secondo la Rsu “siamo ancora una volta al paradosso: Qf piange per la cassa ma è incapace di agganciare la cassa integrazione, per proprie responsabilità che, evidentemente, non si prende cercando di passare da vittima. E a questo punto una domanda sorge legittima: perché un imprenditore a oggi insolvente non dovrebbe accettare di trattare la messa a disposizione dello stabilimento in piena chiarezza e lasciando ad altri l’onere della reindustrializzazione?”. Per questo processo di reindustrializzazione, le tute blu hanno chiesto di convocare il Comitato di proposta e di verifica in presenza, tra l’8 e il 10 febbraio. “Attendiamo risposte” ribadisce la Rsu sostenendo che “oramai è sotto agli occhi di tutti la condotta di Francesco Borgomeo e della Qf che, nonostante si ammanti di concetti come la responsabilità sociale delle imprese e la sostenibilità, nei fatti porta avanti politiche che lo sconfessano in maniera plateale”.

Tutt’altro atteggiamento quello degli operai. “Il Collettivo di Fabbrica ha dimostrato fino ad oggi senso di responsabilità e serietà, difendendo il sito produttivo in maniera tale che non diventi l'ennesimo scheletro industriale in una Piana ormai produttivamente decimata dalla crisi, progettando assieme al territorio piani di reindustrializzazione proposti a livello istituzionale, creando una Società Operaia di Mutuo Soccorso come motore e attore del rilancio dello stabilimento” spiega la Rsu chiedendo ancora una volta che “Qf paghi quanto dovuto, tratti una cassa integrazione collegata alla ricerca di nuovi investitori e si faccia da parte, mettendo a disposizione il sito produttivo alle forze vive e competenti che in questo anno e mezzo hanno saputo progettarne il futuro”.

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