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'Il giovane Pertini' sul grande schermo a Firenze / VIDEO

Appuntamento lunedì 30 dicembre alle 20.45, al Teatro della Compagnia. Nel cast anche Valdo Spini

Sandro Pertini

Firenze, 28 dicembre 2019 - Lunedì 30 dicembre alle 20.45, al Teatro della Compagnia (via Cavour 50 rosso, Firenze), verrà proiettato il film Il giovane Pertini, combattente per la libertà”, scritto e diretto da Giambattista Assanti, con la consulenza storica di Stefano Caretti e prodotto da Paolo Rossi per la Genoma film.

Due anni di riprese, con protagonisti d’eccezione e un considerevole numero di comparse, girate in diverse località della Campania e Puglia. I protagonisti del film sono Dominique Sanda nel ruolo di Maria Muzio Pertini; Gabriele Greco interpreta il giovane Pertini; Massimo Dapporto è Pertini adulto. Nel film anche apparizioni di nomi famosi della cultura e della politica, fra i quali Valdo Spini che si è detto “Onorato di essere stato chiamato a recitare una piccola parte”.

Ivana Monti interpreta il ruolo di Amelia Rosselli Pincherle, la madre dei fratelli Rosselli, Valdo Spini veste i panni di un dirigente di Giustizia e Libertà. Cesare Bocci è Adriano Olivetti. Presenti alla proiezione il regista Giambattista Assanti, Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Rosselli, l’attrice Ivana Monti e Stefania Ippoliti, presidente dell’Associazione Italiana Film Commission. 

Il trailer: 

Sandro Pertini trascorse quattordici anni ininterrotti tra carcere e confino, dal momento del suo arresto nel 1929, quando era tornato in Italia dalla Francia sotto falso nome, al suo rilascio nell’isola di Ventotene, dopo la caduta del fascismo il 25 luglio 1943. Fu privato della libertà a trentatré anni, la riacquistò a quarantasette. Gli anni più fecondi della vita di un uomo. Mai perse la sua fede nella libertà, nella democrazia, nel socialismo, giungendo fino a sconfessare la domanda di grazia che sua madre; Maria Muzio, sapendolo in pericolo di vita perché colpito da tubercolosi, aveva indirizzato al duce Benito Mussolini. Apparteneva per di più a quel Partito Socialista che era il principale sconfitto dall’avvento del fascismo e gli si era avvicinato non nel momento del suo fulgore, ma quando veniva estirpato con la violenza dalla società italiana. Portato di fronte al Tribunale Speciale del regime, era stato il solo che al momento della condanna aveva gridato “Viva il socialismo” mentre gli altri condannati gridavano in genere “Viva il comunismo” o “viva l’anarchia.” Dopo l’armistizio dell’otto settembre, Pertini fu uno dei capi della Resistenza ai tedeschi e ai fascisti della Repubblica Sociale. Catturato a Roma e nuovamente imprigionato a Regina Coeli, venne condannato a morte insieme all’altro socialista Giuseppe Saragat, anche lui futuro presidente della Repubblica. Il Psi riuscì a farli evadere con ordini di scarcerazioni falsi, grazie all’azione di Giuliano Vassalli e alla collaborazione del medico del carcere Alfredo Monaco e di sua moglie Marcella. Se non fossero riusciti ad evadere, i due esponenti socialisti sarebbero certamente finiti alle Fosse Ardeatine. Questo patrimonio di sacrifici, di fede e di coraggio, unito ad una personalità vigorosa e diretta, una capacità di comunicazione straordinariamente moderna, valse a Pertini quel grande rispetto e considerazione che egli poté mettere a frutto quando, dal 1978 al 1985, tra gli ottantuno e gli ottantotto anni di età, ricoprì l’altissimo incarico di Presidente della Repubblica in un periodo difficilissimo della Storia d’Italia.