Giorno della memoria, esposte a Firenze le sculture di Sauro Cavallini

In città anche il concerto 'Kechi Kinnor (prendi il violino). Musica, storia e memoria di una convivenza diventata persecuzione fra inclusione e ghetti, cittadinanza e leggi razziali'

Un momento del concerto nel complesso di San Firenze

Un momento del concerto nel complesso di San Firenze

Firenze, 26 gennaio 2023 - Sono esposte per la prima volta a Firenze, in occasione del Giorno della Memoria, 16 sculture di Sauro Cavallini (1927-2016), nato a La Spezia ma fiorentino d'adozione, che conobbe l'orrore dei campi di internamento nella Seconda Guerra mondiale. Le opere, in ferro e ottone, sono in mostra da oggi fino al 28 febbraio nelle sale di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione Toscana.

La rassegna, dal titolo 'Sauro Cavallini. L'opera di un internato' propone sculture ispirate agli strazianti mesi di prigionia trascorsi tra privazioni e paure. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha spiegato che le sculture “testimoniano l'orrore vissuto da Sauro Cavallini a Gradaro. Le abbiamo volute esporre in una mostra che non a caso si inaugura alla vigilia del Giorno della Memoria, come messaggio iconico segnato dalla forza espressiva dell'arte, di qualcosa che non deve più ripetersi”. Stamani intanto si è svolto il primo appuntamento del programma di iniziative organizzate dal Comune per il 'Giorno della Memoria'.

Alle Sala della Musica del complesso di San Firenze c'è stato il concerto (organizzato dall'assessore alla cultura della memoria Maria Federica Giuliani) 'Kechi Kinnor (prendi il violino). Musica, storia e memoria di una convivenza diventata persecuzione fra inclusione e ghetti, cittadinanza e leggi razziali'.  "Per commemorare il Giorno della Memoria è giusto dare la parola anche alla poesia e all’arte perché il comando di Primo Levi, «meditate che questo è stato», è sempre vivo e necessario - ha sottolineato Giuliani -. Ricordare e trasmettere la memoria è un impegno difficile, soprattutto in una società immersa nel presente e dominata dalla velocità. La memoria ha quindi bisogno di coniugarsi anche con i nuovi linguaggi artistici".

Niccolò Gramigni

 

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