"I giorni dell'esodo": ecco il nuovo libro di Franco Manescalchi

La perdita del rapporto con la terra: una storia che arriva dagli Anni Cinquanta

Franco Manescalchi

Franco Manescalchi

Firenze, 15 ottobre 2015 - Presentazione giovedì 15 ottobre 2015 a Firenze del nuovo libro di Franco Manescalchi, 'I giorni dell’esodo', alle 17, presso la Biblioteca Mario Luzi (in via Ugo Schiff 8). A confronto sul volume, edito da Polistampa, Paolo Becattini, capo gabinetto della Presidenza del Consiglio regionale della Toscana, Giuseppe Baldassarre e Annalisa Macchia, con letture di Luciano Fusi e Cinzia Bellandi. Sarà presente l'autore, che vive a Firenze, dove è nato nel 1937. Scrittore e giornalista, ha pubblicato numerosi volumi sulle tradizioni popolari toscane, i più recenti con Polistampa, presso cui dirige le collane 'Sagittaria' e 'I menabò'.

La sua nuova fatica, 'I giorni dell'esodo', ci mette davanti a un libro-verità, con la narrazione a viva voce dei tre protagonisti dell’abbandono del podere negli anni Cinquanta. Ma è anche anche un poema in prosa in cui ognuno narra “a cuore aperto” la perdita del rapporto con la terra, con le stagioni, così come fino ad allora era avvenuto. Guido, il "capoccia", narra della sua vita libera, anche se faticosa, con tutti gli sviluppi e i coinvolgimenti in una società dove tutto veniva messo in gioco, di giorno in giorno, fra terra e cielo, ai confini della città.

Bruna, la moglie, descrive i duri momenti di vita che la donna era costretta a vivere nel mondo contadino e tuttavia non le manca la nostalgia per un mondo talmente imprevedibile che, essendo lei poetessa, poteva anche essere messo in versi. Franco, il figlio, rivive in sé le memorie ataviche e cerca di salvare, nella vita della città, il grande respiro verde delle stagioni nel podere. Il libro, che riporta le voci in prima persona, si compone di due parti: il momento del trasloco (detto comunemente sgombero) in cui tutto il passato confluisce, e il tempo dell’inurbamento nel quale campagna e città ancora episodicamente convivono. La scrittura, mutuata direttamente dal parlato, scorre sul binario del diario colloquiale in cui si parla col cuore, per essere subito capiti e partecipati.

mb

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