Giornata mondiale dei Poveri, Betori: "La vera carità è la condivisione" / FOTO

Il cardinale, dopo la messa, ha pranzato alla Caritas

Il cardinale Betori alla mensa della Caritas (Foto NewPressPhoto)

Il cardinale Betori alla mensa della Caritas (Foto NewPressPhoto)

Firenze, 19 novembre 2017 - «La vera carità verso i poveri è un cammino di conversione, un farci poveri che cambia la nostra vita. Raggiungere queste condizioni di povertà esige che anche noi ci si riconosca poveri così da stabilire una situazione di condivisione. Ciò induce a denunciare che nella diffusa cultura dell'autosufficienza risiede la radice profonda delle diseguaglianze, delle sopraffazioni e delle violenze che si moltiplicano attorno a noi».

Anche così, nella Giornata dedicata ai Poveri, il cardinale di Firenze Giuseppe Betori nell'omelia alla messa di San Procolo alla Badia Fiorentina, appuntamento istituito da Giorgio La Pira per i poveri. «La cultura dell'autosufficienza - ha spiegato Betori - a sua volta produce quella che il Papa definisce cultura dello scarto e dello spreco. Ad essa egli ci invita a reagire con l'incontro, il dialogo e la condivisione».

Il cardinale Betori, riferendosi al luogo, ha anche ricordato che «questa chiesa della Badia Fiorentina ha raccolto una viva testimonianza di condivisione nell'opera di Giorgio La Pira. A noi esserne eredi meno indegni possibile». Dopo la messa Betori ha pranzato alla Caritas con gli ospiti abituali, senza fissa dimora, e anche un gruppo di immigrati nordafricani. Parte dei prodotti alimentari del pranzo sono stati acquistati dall'associazione Agata Smeralda in aziende situate nelle aree colpite dal sisma in Centro Italia. Sempre a Firenze c'è stata la messa coi senza fissa dimora della comunità di Sant'Egidio nella chiesa di S.Maria dei Ricci e quindi il pranzo in via della Pergola dopodiché si è tenuto l'incontro con anziani della Rsa cittadina di Montedomini.

A Prato il vescovo Franco Agostinelli, dopo la messa, ha pranzato con i poveri nel palazzo vescovile. Presenti 150 persone. «Sono orgoglioso di quanto fanno le nostre parrocchie», ha detto nell'omelia, «la fede non è verbosa, ma operosa», «sono orgoglioso perché sono aperte ai bisogni dei poveri. Sono grato a Caritas, associazione La Pira, S.Vincenzo e a tanti che operano quotidianamente per i poveri. Se per assurdo la Chiesa chiudesse tante situazioni di sofferenza rimarrebbero inascoltate». «Occasioni come questa - ha aggiunto - devono essere di stimolo per tutti, anche per chi gestisce la cosa pubblica, non dobbiamo mai dimenticarci che i poveri hanno fretta e noi siamo chiamati a dare loro una risposta. Mi dicono che l'Italia e anche Prato stanno ripartendo, me ne compiaccio ma finché c'è miseria vicino a noi non possiamo parlare di civiltà, progresso e coesione».

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