Firenze, Giornata della Memoria: 7mila studenti imparano a non dimenticare

Tanti ragazzi e ragazze al Mandela Forum per l'iniziatyiva della Regione Toscana in ricordo della tragedia della Shoah. Nardella: "Sulla porta di casa scrivete 'qui vive un antifascista' "

Ugo Caffaz sul palco del Mandela Forum per la Giornata della Memoria (New Press Photo)

Ugo Caffaz sul palco del Mandela Forum per la Giornata della Memoria (New Press Photo)

Firenze, 27 gennaio 2020 - «E' accaduto, pertanto può accadere di nuovo», diceva Primo Levi. Per questo dobbiamo ricordare. E' questo il senso dell'iniziativa che si è svolta stamani, 27 gennaio, al Mandela Forum in occasione della Giornata della Memoria, dove si sono riuniti 7mila studenti provenienti da tutta la Toscana. Ragazzi e ragazze di 86 scuole medie superiori, ma anche studenti universitari e delle scuole medie inferiori fiorentine, che hanno ascoltato le testimonianze delle 'vite spezzate', cioè dei sopravvissuti e testimoni dello sterminio nei lager: Piero Terracina, Vera Michelin Salomon, Marcello Martini, Antonio Ceseri, scomparsi recentemente.

Un'occasione per riflettere, per ricordare quel 27 gennaio 1945, quando veniva liberato il campo di concentramento di Auschwitz, e per non dimenticare, mai più. «Sono qui con i miei studenti - ha commentato Lara Pieri, docente dell'istituto Redi di Montepulciano, in provincia di Siena, presente tra il pubblico del Mandela Forum – perché credo sia doveroso. Si celebra un ricordo che non deve essere fine a se stesso, ma vissuto, se vogliamo diventare cittadini migliori. Per i ragazzi questa iniziativa, come quella del Treno della Memoria, sono esperienze formative, che li toccano nel profondo. Non studiano la storia in maniera asettica, ma riescono, ascoltando i racconti dei sopravvissuti e visitando i campi di concentramento, a comprendere l'orrore di cui è stato capace l'uomo». Ad aprire il meeting del Mandela Forum, Ugo Caffaz, ideatore del Treno della memoria toscano.

Sul palco anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha rivolto un invito a tutti i giovani presenti, proponendo di mettere davanti alla porta di casa un cartello con la scritta 'Qui vive un antifascista' o 'Qui c'è amore', 'Qui c'è fratellanza', 'Qui c'è libertà', «per dire che la memoria non è dimenticata, è custodita».

Nardella agli studenti: "Sulla porta di casa scrivete 'Qui c'è un antifascista' "

«Non ascolterete odio nelle parole dei testimoni, ma una scelta precisa, quella di raccontare. Non odio, ma la volontà di costruire. Il senso della memoria è questo, incidere nel presente per costruire relazioni di pace e di giustizia. A voi ragazzi perciò dico – si è rivolta dal palco agli studenti presenti la vicepresidente della Regione Toscana, Monica Barni – rendete vivo questo messaggio, è possibile. Ogni giorno con tante piccole azioni».

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