"Gioconda, nuova scoperta sorprendente"

Un team di esperti è stato a Vinci per svelare i misteri delle opere di Leonardo: "Dietro la Monnalisa potrebbe esserci la Torre di Caprona"

Visitatori scattano foto-ricordo alla Gioconda al Louvre (Ansa)

Visitatori scattano foto-ricordo alla Gioconda al Louvre (Ansa)

Si infittiscono i misteri intorno all’opera d’arte più famosa del mondo. A distanza di secoli, la Gioconda continua a far discutere. Ci sarebbe una "nuova scoperta mondiale" al centro della conferenza stampa internazionale che un team di studiosi italo francesi ha convocato per venerdì a Vinci nella sede del Centro Espositivo Leo-Lev. Seduti intorno a un tavolo, l’ingegnere e ricercatore scientifico Pascal Cotte, la dottoressa Chiara Matteucci del dipartimento di beni culturali dell’Università di Bologna e Sylvain Thieurmel, esperto scientifico specializzato nella pittura di Leonardo, presenteranno importanti rivelazioni sul "paesaggio" della Gioconda e della Vergine delle rocce.

La tecnologia applicata all’arte colpisce ancora. Fondamentale nelle nuove ricerche infatti è stata la tecnica scientifica Layer Amplification Method grazie alla quale si sono potuti scandagliare gli strati nascosti sotto la superficie del dipinto, scattando anche immagini multispettrali in alta risoluzione, e ricostruendo l’esatta cronologia della creazione delle opere. Già nel 2015 Cotte, che lavora al Louvre ed è anche direttore della Lumiere Technology, aveva formulato la tesi secondo cui dietro il ritratto più enigmatico della storia dell’arte ci fosse uno schizzo preparatorio non visibile a occhio nudo, una sorta di identità nascosta della Monnalisa. Ora, grazie allo stesso processo di digitalizzazione, la novità riguarda il paesaggio. Tra i risultati sorprendenti presentati in conferenza stampa, c’è l’ipotesi che alle spalle della Gioconda ci sia la Torre di Caprona (Vicopisano). L’idea di un collegamento con il paesaggio pisano è stata rilanciata in un servizio di Tele France 1 dallo stesso Cotte che è venuto a Vinci per verificare con mano. Come dichiara Nicola Baronti, storico locale specializzato nella pittura di Leonardo, presente tra i relatori di venerdì, "è raro che gli studiosi escano dai laboratori di ricerca per mettersi sulle tracce di Leonardo. Stavolta è successo. Thieurmel e Cotte si sono confrontati con la storia contemporanea scegliendo di percorrere i luoghi alternativi del Genio". È stato lo stesso Baronti, presidente dell’associazione Vinci nel cuore ad accompagnarli. "Hanno ripercorso i sentieri di Leonardo, come quello della Costareccia, scattando foto di piante e fiori per fare un raffronto con la vegetazione raffigurata nelle opere. Hanno fatto ricerca vera sul territorio, scartando gli itinerari classici come il museo ideale, e riscattando in un certo senso il luogo natale dell’artista. Hanno voluto vedere con i suoi stessi occhi, cercando i punti di osservazione che presumibilmente lo stesso Leonardo aveva trasformato in arte". Ma non è tutto. Il soggiorno del Genio nel pisano sarebbe stato d’ispirazione anche per un altro capolavoro: Thieurmel nella grotta di Uliveto riconosce lo sfondo della Vergine delle Rocce. C’è grande attesa, infine, per i documenti inediti che saranno svelati da Martin Kemp, professore di Oxford e massimo esperto dell’opera di Leonardo. Intanto la premessa è d’obbligo. L’ennesima tesi sui misteri della Gioconda è una teoria; la verità pare impossibile da ricostruire.

Ylenia Cecchetti

 

 

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