Firenze, 22 maggio 2023 - Un viaggio a ritroso nel tempo lungo 30 anni, o forse anche di più. Nella lunga linea del tempo, contenuta nella pagine del libro che La Nazione regalerà ai suoi lettori venerdì 26, è lì, in via dei Georgofili, dove venne parcheggiato il Fiorino imbottito carico di una miscela esplosiva devastante, che comincia la narrazione.
Alle 1.04 del 27 maggio del 1993, l’esplosione: quella che sterminò la famiglia Nencioni (babbo Fabrizio, mamma Angela, le piccole Nadia e Caterina, quest’ultima di appena cinquanta giorni), che dormiva nel suo alloggio nella Torre dei Pulci squartata, e innescò un incendio che si divorò lo studente universitario Dario Capolicchio.
Sono le testimonianze dei processi, proferite da chi quella notte stava dormendo o stava per farlo, o di chi è stato chiamato a intervenire per scavare o indagare. Come Gianni Innocenti, il vigile del fuoco che, in un’immagine simbolo, stringe un fagotto. Fu lui e estrarre da quelle macerie la vittima più giovane che la violenza stragista ha mietuto e ci racconta come emozione e rabbia abbiano convissuto dentro di lui da allora. C’era la firma di cosa nostra, dietro l’attentato che non sarà l’unico, di quella stagione sanguinaria e non ancora del tutto chiarita.
La Nazione si mise subito in moto. Anzi, non si fermò mai, come testimonia un’edizione straordinaria che già nel pomeriggio del 27 informò i fiorentini e il mondo di quello che era accaduto: a rivivere quei frenetici momenti, sono i ricordi di chi c’era. Durò poco, l’ipotesi di un qualcosa di accidentale. Chi era lì, come Innocenti, racconta di un odore insolito, che non sentirà mai più.
Sotto i calcinacci, oltre ai morti, c’era anche il cratere, quello creato dal Fiorino-bomba. Nel volume, oltre alla ricostruzioni processuali, ci sono le immagini dei sopralluoghi. E la “mitragliata“ del muro di via Lambertesca, dove la forza d’urto proiettò pezzi di motore e lamiera, che fece subito accantonare l’idea di una fuga di gas. Massimo Vincenzini, dell’Accademia dei Georgofili (che oggi alle 15.30 ospita la direttrice di Qn-La Nazione Agnese Pini assieme al governatore Giani, al sindaco Nardella, e a Luigi Salvadori presidente della Fondazione Cr Firenze e Claudio Vanni, responsabile relazioni esterne di Coop.Fi, sponsor dell’iniziativa), racconta come l’istituzione si rialzò, dopo i danni che non avevano risparmiato neanche gli Uffizi. D’altronde l’“idea criminale“ era quella di colpire l’arte e lo Stato. Ne parla il magistrato che fece le indagini, Giuseppe Nicolosi e la presidente della Cassazione Margherita Cassano ricorda chi le coordinò: Piero Luigi Vigna. Sul campo, c’era il prefetto Gabrielli. Indagini ancora vive, come riassume l’intervento del coordinatore della Dda, Luca Tescaroli.
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