STEFANO BROGIONI
Cronaca

Foto dei ragazzi sotto la doccia. L’allenatore finisce in manette

In una vasta inchiesta per pedopornografia on line un insospettabile 47enne di Scandicci, ora ai domiciliari Nel suo pc e sul telefono, un archivio di video e immagini: alcuni file sono scatti ’rubati’ ai baby calciatori

Polizia postale

Il suo profilo spuntava dalle chat dei pedofili che proliferano sull’applicazione "Telegram": lì, come tanti altri, scambiava e commentava le fotografie del suo archivio e di quello altrui. Ma quando i poliziotti della postale gli sono piombati a casa, e gli hanno sequestrato i suoi dispositivi tra cui il telefono, si sono accorti che tra i tanti vizi illegali di un insospettabile di Scandicci, c’era anche quello di fotografare i ragazzi sotto la doccia.

Già perché l’insospettabile, 47 anni - del quale non pubblichiamo il nome nel rispetto di eventuali vittime, minorenni - ha fatto sia l’accompagnatore che l’allenatore di baby calciatori in squadre dell’hinterland.

Agli investigatori del web toccherà adesso capire, con sofisticate perizie sui dispositivi sequestrati al 47enne, quando e dove sono state scattate quelle immagini che raffigurano adolescenti nudi, che si lavano dopo la partita o l’allenamento. Il 47enne ha usato l’’accortezza’ di tagliare, in quelli scatti rubati, il viso di ogni giovanissimo.

Ma questa precauzione non allevia la posizione dell’uomo: il pm Beatrice Giunti, dopo essere stata informata della incredibile mole di file proibiti che il 47enne custodiva, ha dato ordine di arrestarlo. L’uomo è ora ai domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida davanti al giudice. E’ accusato di detenzione, divulgazione e anche produzione - per le foto sotto le docce - di materiale pedopornografico. La polizia postale gli ha trovato un ’cloud’ (un archivio digitale protetto da una password) con dentro 269 video e 350 immagini a carattere pedopornografico.

Il 47enne di Scandicci è una delle figure di una vasta inchiesta condotta dalla procura di Firenze (pm Ester Nocera) che ha l’obiettivo di monitorare il mondo di internet e dei social network. Le chat che tutti usiamo per tenerci in contatto vengono infatti usate anche come piattaforma di scambio di materiali proibiti. La polizia sa infiltrarsi in questi canali, e grazie a questo tipo di attività coperta sono stati debellati scambi e anche commerci.