Foresteria Pertini, notte di passione. Gli ex Astor rifiutano il trasferimento

Le famiglie ospitate nel centro non vogliono traslocare nelle strutture di accoglienza a Vaglia. L’assessora Funaro: "È sempre stata una soluzione temporanea, il Comune ha fornito percorsi alternativi".

Momenti di tensione venerdì notte alla foresteria Pertini. Nella struttura di Sorgane sono ancora ospitati gli ex occupanti dell’Astor, da dove il 10 giugno scorso è scomparsa la piccola Kata, e dal quale sono stati sgomberati una settima dopo. Le poche famiglie presenti nel centro gestito dal Comune di Firenze e affidato agli operatori della Caritas, la scorsa notte si sono ritrovate fuori dal cancello dello stabile, lamentando di essere state cacciate e chiuse fuori dalle loro camere. Tra di loro c’è anche il 19enne Marlon Edgar Chicclo, lo zio paterno della piccola Kata, ovvero il fratello di papà Miguel.

Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia e la situazione è rientrata in breve tempo, con gli ospiti, tutti di origine peruviana, che hanno riconquistato l’interno della foresteria.

"Vogliono trasferirci a Vaglia, ma ci rifiutiamo di andarci – tuonano in coro gli ex occupanti dell’hotel in via Maragliano –, i bambini frequentano le scuole della zona e molti di noi lavorano in città, sarebbe molto difficile andare a vivere così lontano". La struttura, da inizio dicembre, è tra quelle indicate da Palazzo Vecchio per l’accoglienza invernale offerta dall’amministrazione comunale ai cittadini che hanno scelto di vivere in strada. Un servizio fondamentale con l’arrivo delle temperature più rigide, che di conseguenza, per questioni di posti letto a disposizione, impone la cessazione della permanenza alla Pertini degli ex Astor.

"Come avevamo detto in precedenza – spiega l’assessora al Welfare, Sara Funaro –, l’accoglienza alla Pertini per queste famiglie è sempre stata una soluzione temporanea. In questi mesi il Comune ha valutato ogni singolo caso: ci sono stati nuclei familiari che hanno intrapreso un percorso in autonomia, e altri che sono stati presi in carico in percorsi di accoglienza. L’amministrazione ha lavorato sempre in sinergia con gli altri attori istituzionali".

Il cambio di domicilio nel Comune di Vaglia, che scatterà questo martedì, è in programma da settimane, ma gli ultimi reduci dell’occupazione di Novoli non intendono arrendersi. "Perché devono buttarci fuori? – concludono –. Le nostre vite sono a Firenze, e non intendiamo muoverci".

Pietro Mecarozzi