Alle istituzioni cittadine, salvo qualche voce levatasi dall’opposizione, la cosa sembra essere sfuggita. Non a qualche residente della zona di Gavinana che ospita il Cpa Firenze sud che ha sollevato la questione.
Il 10 febbraio, nel giorno in cui in Italia si commemora il massacro delle Foibe, sulle pareti esterne del centro sociale di via Villamagna, sono spuntate tre bandiere della Jugoslavia di Tito, il dittatore comunista che innescò il massacro degli italiani d’Istria. Non certo una coincidenza, e neanche una novità (note le posizione di molti frequentatori del centro in merito alla tragica vicenda delle vittime delle Foibe) ma il fatto che la cosa sia passata sotto silenzio ha fatto arrabbiare e non poco il centrodestra fiorentino.
"Mentre si commemorano le vittime delle Foibe, italiani innocenti uccisi barbaramente dai partigiani di Tito e il dramma degli esuli giuliano dalmati, nostri connazionali che persero tutto perché avevano il torto di essere italiani – ha attaccato il capogruppo della Lega in Palazzo Vecchio Federico Bussolin – i ‘compagni’ del Cpa Firenze Sud espongono in via Villamagna la bandiera del battaglione di Tito, come a voler rivendicare quei fatti. Ci sono cose per le quali lo schifo che proviamo supera davvero il limite, e questa è una di quelle. Gesti come questo rappresentano una vergogna per tutta la città". Alla polemica accesa da Bussolin non hanno fatto seguito condanne.
"Non mi stupisce la cosa – riflette lo storico Franco Cardini – la sinistra non ha interesse ad approfondire la questione forse perché ha paura di pestare i piedi perfino a questa piccola minoranza che continua a sostenere che il massacro delle Foibe sia stato gonfiato e strumentalizzato".
E ancora: "Non conviene a nessuno addentrarsi in questi dibattiti perché si finirebbe con l’allargare una crepa in una sinistra già debole che a quanto pare ha la coda di paglia. Con il vecchio Pci sarebbe bastata una riunione per prendere una posizione chiara e netta".