
I "Fochi" di San Giovanni a Firenze (foto archivio Cabras/New Press Photo)
Firenze, 12 aprile 2016 - Un minuto di fuochi d’artificio da dedicare a chi si ama, nella notte più bella per i fiorentini, quella del 24 giugno, quando l’Arno si tinge dei bagliori dei botti sparati per la festa di San Giovanni. E’ una delle novità del lungo e ricco programma delle celebrazioni del patrono, che la società di San Giovanni Battista – che tutti gli anni organizza la festa – sta mettendo a punto per raccogliere fondi necessari a mandare avanti la tradizione. E’ dal XII secolo, con l’Arte di Calimala, che Firenze festeggia il suo patrono. Un appuntamento che, fra le tante iniziative, resta nell’immaginario di tutti per lo spettacolo pirotecnico, meglio noto come i “fochi”, a cui tutti gli anni assistono più di centomila persone stipate sui lungarni.
Tradizione antica, ma che la società di San Giovanni porta avanti con l’entusiasmo e gli strumenti dei tempi moderni. A esempio con il crowdfunding sul web. Ma anche con la “vendita” dei 40 minuti di fochi. «L’idea è questa – spiega il presidente Franco Puccioni, presidente della Società di San Giovanni –: versando un contributo di 2.500 euro, qualsiasi azienda o privato cittadino, potrà idealmente comprare un minuto dei fochi. E dal palco potrà dire a chi ha dedicato quei 60 secondi di luce e colore. Sarà un omaggio a chi si vuol bene e un regalo alla città».
Ma non è finita. Visto che i fuochi d’artificio costano più di 90mila euro, dal primo maggio fino al 10 giugno sarà attiva la raccolta fondi sulla piattaforma “Eppela”, il principale portale italiano di crowdfunding. L’obiettivo è raggiungere almeno 20mila euro, mettendo insieme piccole e grandi donazioni. La raccolta fondi sarà accompagnata da un video motivazionale, con protagonista e testimonial l’attore Andrea Muzzi, mentre Chianti Banca sarà il main sponsor.
Sempre sulle ali della tradizione, si potranno poi vestire i panni di qualche personaggio illustre della storia fiorentina, da quelli di Vasari o del Granduca Cosimo, e visitare Palazzo Vecchio accompagnati dalle guide dell’associazione Muse, che sveleranno tutti i segreti delle stanze abitate dalla famiglia Medici prima del trasferimento a Palazzo Pitti. Anche in questo caso, il ricavato delle visite personalizzate andrà nelle casse della Società di San Giovanni. Che quest’anno ha ottenuto virtualmente il privilegio di battere moneta. Saranno infatti coniate le monete in bronzo dorato che riproducono l’antico sigillo in uso dalla stessa società di San Giovanni fin dal 1796. L’incisore sarà il maestro orafo Paolo Penko, che riutilizzerà la tecnica della fusione a cera persa, cesellata e incisa a bulino. Le monete saranno un riconoscimento per i donatori, insieme alle litografie dei palii realizzati dai tanti artisti nel corso dei decenni.