
Firenze, 8 settembre - Polizia e ambulanze al centro di accoglienza per minori stranieri di via Villamagna a Gavinana stamani intorno alle 12,30.
“Ho visto arrivare due, forse tre macchine della polizia e due mezzi della Misericordia, gli operatori sanitari sono entrati dentro a prelevare qualcuno, uno aveva una siringa in mano e si dirigeva dentro trafelato come se ci fosse un’emergenza in corso – testimonia una residente del vicinato – Poi ho visto l’ambulanza ripartire con una macchina della polizia davanti e una dietro, e nel frattempo è arrivata la polizia municipale”.
“Non so cosa sia successo, ma ciò che so è qui c’è sempre un macello: giocano a pallone a mezzanotte, urlano alle due di notte, poi magari fino a mezzogiorno non vedi nessuno perché saranno ancora a dormire – continua la signora esasperata –. Qui c’è gente che la mattina deve andare a lavorare, non è giusto che si consenta questo comportamento. Inoltre vediamo ragazzi più grandi, nordafricani, che spacciano qui tra i nostri palazzi. Oltre alla scocciatura, quindi abbiamo paura di questa situazione che va risolta al più presto”. Sulla questione si pronuncia anche la Lega: “Cosa sta succedendo stavolta? – chiedono il capogruppo in Palazzo Vecchio e segretario provinciale Federico Bussolin e la consigliera della Lega al Quartiere 3, Barbara Nannucci – Assessore Funaro vuole una buona volta spiegarci come è possibile ogni settimana ci siano problemi? Ormai di questo passo potremmo realizzare un vero e proprio bollettino settimanale sulle vicende del centro… I residenti della zona da mesi evidenziano che quel centro arreca soprattutto disagi e di notte nega anche il sonno a tutti. Possibile che non si possa gestire in maniera adeguata? Quali sono le difficoltà per il personale interno? Chi vive là dentro? La giunta parli chiaro senza nascondersi dietro il solito comodo silenzio. Come Lega chiediamo la possibilità di fare un immediato sopralluogo e siamo pronti a presentare interrogazioni parlamentari laddove permanga l'impossibilità di conoscere lo stato del centro di accoglienza”.
Carlo Casini